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CARAMELLE DA UNO SCONOSCIUTO

Roma. Una bici nel buio, un rasoio e una pistola da macello per il colpo di grazia.

Non è un bel momento per le belle di notte che tremano e si interrogano: chi è l'inafferrabile maniaco che vuole ripulire i marciapiedi?

Coalizziamoci, propone l'energica Nadine (Athina Cenci), mentre Lena (Barbara De Rossi) teme che mamma contadina scopra la sua vera attività.

Anche Stella (Mara Venier) ha i suoi guai con i condomini, Angela (Marina Suma) si dispera pensando al marito e ai suoi debiti e Isa (Anna Galiena) batte per mantenere la figlia.

Il comprensivo e fin troppo tenero commissario (Maurizio Donadoni) indaga senza fretta e trova il tempo di innamorarsi, prima di risolvere l'ingarbugliato intrigo.

CARAMELLE DA UNO SCONOSCIUTO si posiziona tra sanguinolento giallo argentiano e dramma con velleità sociologiche a tema prostituzione.

L'arruffata pellicola diretta dall' esordiente Franco Ferrini in pratica ondeggia tra alto (gli omicidi, seppur penalizzati da effetti poco incisivi) e basso (le riunione delle prostitute e il loro sexy flashmob notturno).

Intrattenimento purtroppo appesantito da una confezione tendente al televisivo (la solita Reteitalia).

Probabilmente il tentativo era quello di riportare in auge il sexy-thriller all'italiana (sulla falsariga di quanto fatto dai Vanzina con SOTTO IL VESTITO NIENTE) contaminandolo con elementi drammatici e sociologici.

Devo ammettere che il filmetto in questione è diventato, bene o male, un cult (o scult secondo altra dottrina) soprattutto per il cast femminile. Vedere la Venier, la Cenci, Barbara De Rossi e la Suma sempre in gonna tacchi alti e calze nere è sempre un bel vedere.

Le seduti comuni delle squillo sono di una comicità senza pari. Quando discutono animatamente in puro stile sindacalese per la salvaguardia del loro mestiere sembrano cloni di Cofferati e Landini. Terribile.

CARAMELLE DA UNO SCONOSCIUTO è girato intorno al laghetto dell'Eur (set di lucciole e guardoni anche nella realtà).

IL PRANZO DELLA DOMENICA

Roma. Come ogni domenica la pimpante vedova della buona borghesia della Capitale Franca Malorni (Giovanna Ralli) invita a pranzo le tre figlie con le rispettive famigliole al seguito.

L'ipocondriaca sfaccendata Barbar (Barbara De Rossi) sposata al fiorista, pacioso e nostalgico Maurizio (Maurizio Mattioli).

La stremata casalinga Sofia (Elena Sofia Ricci) col giornalista de' sinistra, idealista e testardo, Nicola (Rocco Papaleo) e i loro quattro bambini.

La benestante Susanna (Galatea Ranzi) col consorte avvocato e puttaniere Massimo (Massimo Ghini) e la figlia ribelle Ilaria.

La matriarca cade e si rompe il femore: la sosta in un letto di ospedale farà esplodere antiche e mai sopite tensioni.

Tutto si aggiusterà, a partire dalla gamba.

IL PRANZO DELLA DOMENICA è una garbata ma fragile commedia sociale dal sapore televisivo dei fratelli Vanzina, figli in senso lato e in senso stretto (il padre era Stefano Vanzina in arte Steno) del cinema popolare comico e di commedia degli anni Cinquanta-Sessanta.

E loro, in questa vanzinata passabile, continuano ad accavallare ossessioni e macchiette tra i nuovi mostri della buona società. Certo il tutto si mantiene a livelli molto superficiali senza tentativi di approfondire il soggetto.

Purtroppo i fratelloni non sono né Scola né Monicelli e galleggiano come un pezzetto di pack sulla superficie della vita vera, quella che si svolge oltre la ZTL.

Mancano, che bella sorpresa, le parolacce.