L'UOMO DI NEVE

Oslo. La città è avvolta nel buio e i primi fiocchi di neve cadano leggeri imbiancando le strade.

Birte Becker è appena tornata dal lavoro quando, fuori dalla propria finestra, nota un pupazzo di neve che sembra osservarla.

Poche ore dopo, la donna scompare senza lasciare traccia.

Unico indizio un pupazzo di neve avvolto nella sciarpa della donna, all'interno del quale viene ritrovato anche il cellulare.

Il geniale poliziotto dalla vita sbandata Harry Hole (Michael Fassbender) si butta a capofitto nel caso per sfuggire ai fantasmi che lo perseguitano giorno e notte.

Inoltre, dopo mesi di astinenza dall'alcol, la brutta notizia: Rakel, l'unica donna che abbia mai amato, sta per sposarsi.

E le sparizioni misteriose sembra tantissime negli ultimi vent'anni. L'assassino seriale sembra avere sempre lo stesso modus operandi, un preciso rituale.

La scoperta sarà più amara e sconcertante del previsto, perchè la mano in grado di perpetrare quegli orrendi crimini è molto più vicina di quanto il piedipiatti si sarebbe mai immaginato.

L'UOMO DI NEVE è un giallo nordico d'effetto per l'ambientazione glaciale e le tematiche delittuose, reso però farraginoso da una sceneggiatura che vorrebbe sorprendere e invece confonde.

Molto cupo (tratto da una serie letteraria) è incapace, però, di appassionare, anche per una certa lentezza e un finale poco credibile.

Un film nella media, quindi, che non lascia il segno.

Val Kilmer irriconoscibile.