MATRIX REVOLUTIONS

Chissadove, in un lontano futuro. Dunque, dove eravamo rimasti… Ah, si! La città di Zion continua ad essere nel mirino delle macchine, che avanzano inesorabili, sul binario dello scontro definitivo.

L'eletto Neo (Keanu Reeves) si sveglia finalmente dal coma (è in coma dall'episodio precedente) ma è stato intrappolato dal Merovingio in una sorta di terra di mezzo tra la matrice e il mondo reale e Trinity (Carrie-Ann Moss) e Morpheus (Laurence Fishburne) non riescono a ritrovarlo.

Smith impazza dentro e fuori la Matrice a suo piacimento.

Ora il nostro eroe intende salpare con una delle due navi spaziali a disposizione e giocarsi l'ultima carta: andare a colpire il nemico nella sua tana, la città delle macchine.

Inutile dire che trattasi di impresa da compiere al costo della vita stessa...

MATRIX REVOLUTIONS, seguito dei due episodi sempre diretti dai visionari fratelli Andy e Larry Wachowski, dimostra una volta di più come un buon, anzi, ottimo (e parlo del primo episodio) concept possa svilirsi a forza di ripetizioni non richieste, giustificate solo dalla voglia di guadagnare il proverbiale dollaro in più.

Non che manchino meraviglie della visione (la seconda parte del film è un autentico trionfo degli effetti speciali).

Il problema è che la serie non ha davvero più nulla da dire, e si risolve in un mero susseguirsi di dialoghi filosofici imbarazzanti per pochezza (una sola battuta decente: "Ho la tua parola?", "Scusa , ma per chi mi hai preso per un umano?") e di sequenze d'azione (i poliponi sentinella, per esempio) mutuate da una qualunque obsoleta puntata di Guerre Stellari.

In una delle prime scene Monica Bellucci esibisce la fenomenale scollatura di cui è provvista, sorride (bellissima) e se ne va.


Viva l'italica Monica Bellucci.