L'UOMO DELLA PIOGGIA

Memphis (Tennessee). Il fresco laureato in legge Rudy Baylor (Matt Damon) si scontra subito con la realtà dei fatti. Il bisogno impellente di lavorare lo spinge a cercare clienti e casi legali al limite. Ma ciò significa frequentare tipi di dubbia moralità per sbarcare il lunario mentre, allo stesso tempo, idealizza la necessità di combattere le ingiustizie di un sistema iniquo che favorisce i ricchi e i potenti.

Viene assunto nello studio dell'acido avvocato Braiser Stone (MIckey Rourke), legato alla criminalità, il cui braccio destro è il buffo para-legale (o meglio legale mancato) Deck Shifflet (un bravissimo Danny De Vito). Il non superamento degli esami non gli ha impedito di conoscere tutti i meccanismi del sistema.

Ecco il primo caso: un ragazzo leucemico è morto per il cinismo della sua compagnia di assicurazione, che non ha pagato il trapianto di midollo di cui aveva bisogno. Trattare la vita come una passività da NON inserire in bilancio.

Rudy comincia a seguire il caso in prima persona e a dare subito battaglia, poi, convinto da Deck, lascia lo studio di Braiser. I due si mettono in proprio e decidono di andare fino in fondo in quello che è l'unico caso che hanno per le mani. Si tratta di sfidare la Great Benefit, una delle più grandi compagnie di assicurazione, rappresentata da stuoli di avvocati tra cui giganteggia il famoso avvocato Leo F. Drummond (Joh Voight)

Ma l'avvocatino a poco a poco sgretolerà la tracotanza del superazzeccagarbugli che difende la ben più autorevole controparte, che culminerà nel colpo finale: l'interrogatorio dell'amministratore Wilfried Keeley (Roy Scheider) e la visione, straziante per i giurati, di un video del ragazzo morente.

La multa è talmente salata, che beffa finale, la società fallisce.

E già che c'è assiste la graziosa Kelly Riker (Claire Danes), conosciuta in ospedale, una ragazza che, esasperata, ha ucciso il marito violento e violentatore. Ora che sei venuta, vuoi sposarmi?

Appassionante, malgrado la staticità e la fluviale logorrea inevitabile nella sceneggiatura delle fasi processuali, dramma social-giudiziario, che il regista Francis Ford Coppola ha tratto dal romanzo dello specialista John Grisham.

Un bel pugno sul muso dell'arroganza (e la vocazione alla truffa legalizzata) delle assicurazioni e un osanna alla gente "normale", che, almeno al cinema, riesce ogni tanto a battere i "colossi" del profitto a tutti i costi.