NAPOLI VIOLENTA

Napoli. Ha una squadra speciale ai propri ordini, il manesco e risoluto commissario Betti (Maurizio Merli).

Spedito laggiù proprio per frenare la criminalità organizzata, che vede ai vertici O'Generale (Barry Sullivan), che non tarda a dare il benvenuto, a modo suo, allo sbirro appena sceso dal treno.

Il boss ha notevoli protezioni tra gli insospettabili dei quartieri alti e anche il placido questore (Guido Alberti) nulla può contro un universo criminale privo di scrupoli.

Anche perchè la polizia è costretta a battersi contro l'omertà delle vittime del racket.

Come il dottor Gervasi (Silvano Tranquilli), ostinatamente reticente e terrorizzato, nonostante conosca bene i nomi e i volti dei mascalzoni che hanno seviziato la sua bella ed elegante moglie (Maria Grazia Spina).

Il grimaldello per scardinare la gang? Il commissario stringerà nel cerchio l'ignaro Ing. Capuano (John Saxon), in affari proprio con il capo della cosca.

NAPOLI VIOLENTA è un superviolento poliziesco diretto da Umberto Lenzi, nel suo giro d'Italia violenta del crimine a basso costo. Bisogna dire che punta unicamente su una serie di atti, correlati l'uno all'altro da un labile senso logico, cagionati dal trasferimento del commissario in quel di Napoli.

Comunque ci troviamo di fronte ad uno dei più grandi poliziotteschi di sempre, forse il migliore. Un ritmo elevatissimo, morti cruente e ed inseguimenti ad alta velocità per quasi tutta la durata del film con qualche caduta qua e là.

Cioè quando si indugia nel lacrima movie e con la nota di "napoletanità" fornita dal personaggio di Gennarino.

Stranamente assente la pubblicità occulta, cosa rara per l'epoca!

Il piedipiatti tutto d'un pezzo Maurizio Merli ha una sola espressione (da incazzato nero nda) e un solo motto: svuotiamo le carceri, riempiamo i cimiteri.

Ai giorni d'oggi, come dargli torto?