COLLATERAL

Los Angeles.  Il cordiale tassista notturno Max (Jamie Foxx) ha appena fatto una corsa con Annie (Jada Pinkett Smith), una piacente procuratrice che l'indomani terrà un'importante udienza per crimini legati alla mafia, quando riceve l'allettante offerta dal nuovo cliente, l'elegante forestiero Vincent (Tom Cruise): per seicento dollari devi portarmi in giro per tutta la notte per cinque tappe.

Max si fa convincere, senza sapere che da quel momento avrebbe iniziato un viaggio allucinante.
Alla prima tappa, pum, sulla macchina ferma sotto un fatiscente palazzo di periferia piove un cadavere.

Si, sono stato io, intima, pistola spianata in volto, lo scomodo passeggero all'autista sconvolto, un vero e proprio commesso viaggiatore della morte.

E via per la nuova esecuzione, ricorda sono cinque, col rude detective Fanning (Mark Ruffalo) che piano piano sta sbrogliando l'intricata matassa.

COLLATERAL di Michael Mann, splendido regista del cinema adrenalinico di classe, è un cupo e violento poliziesco, un lungometraggio, frenetico ed efficace, con continui cambi di ritmo che si svolge, temporalmente, tutto in una notte.

Difficile dire se l'elemento più coinvolgente di questo riuscito action movie sia quello visivo o quello della sceneggiatura.

I primi piani strettissimi, la notte losangelina, il montaggio serrato (spettacolare la scena della discoteca con un incessante e ipnotica musica martellante) e l'uso del digitale che rende le immagini notturne più nitide con un conseguente iperrealismo, il mucchio di morti ammazzati che si fondono con le chiacchiere zeppe di messaggi filosofici tra Vincent e Max.

L'insolito cattivo Tom Cruise (in versione sale e pepe), che spara a raffica e salta come un grillo, e il misurato Jamie Foxx si affrontano a viso aperto, col secondo che ruba la scena al primo.