
Poi l'offerta prende il sopravvento sul vecchio pistolero in disarmo. Gli farebbero davvero comodo, a lui e ai due ragazzini orfani di mamma, quei mille dollari offerti.
La taglia è offerta da un manipolo di infuriate prostitute per mandare al Creatore due mascalzoni, irridenti sfregiatori con lama di una loro povera collega.
Cosi lascia la misera fattoria e si rimette (a fatica) in sella accompagnato dall'antico compagno nero di zingarate e rapine Ned Logan (Morgan Freeman).
A Big Whiskey, dove si trova il bordello del fattaccio, vigila, a modo suo, lo sceriffo maneggione Little Big Daggett (Gene Hackman).
Fumeranno le Colt.
GLI SPIETATI è l'ennesimo centro, con mano ferma e colpo deciso, al tredicesimo colpo, nel senso di western, del vecchio e indomito Clint Eastwood, a cui la critica voleva scrivere l'epitaffio, inneggiando a testamento spirituale e altre puttanate del genere.
Pur girato come omaggio ai maestri del genere (alla fine del film è citato Sergio Leone), GLI SPIETATI è qualcosa di più e di diverso.
Si tratta di una pellicola sporca, violenta, in cui non esistono buoni o cattivi (siamo in questo senso dalle parti dei mucchi selvaggi di Peckinpah) ma i personaggi presentano tutti sfaccettature negative. Anche chi sembra muoversi nel solco del Bene è un vendicatori di torti solamente per soldi.
Non esistono eroi ma esseri umani e come tali per natura fallibili, deboli, peccatori e vanagloriosi. I due vecchi amici dal passato violento, lo sceriffo che cerca di lasciarsi alle spalle sangue e cadaveri in favore di una vita semplice. Ma non è facile, per quanto aspiri a cambiare un uomo resta sempre sé stesso.
Senza dimenticare un finale ruvido, decisamente anti eroico.
Un ottimo film premiato con 4 Oscar (film, regia, Gene Hackman attore non protagonista e montaggio).
Un cast in stato di grazia, con personaggi complessi e carismatici, e una fotografia splendida.
Due ore abbondanti ben spese a guardare il solito Clint. Essenziale e granitico.