ATTRAZIONE FATALE

New York. Mentre la moglie Beth (Anne Archer) è in campagna con la figlioletta, il procuratore legale Dan Gallagher (Michael Douglas), marito e padre felice nella New York degli "yuppies" rampanti, si concede, senza sacrificio, una scappatella con Alex Forrest (Glenn Close), una biondona da cui è rimasto folgorato da un occhiata di fuoco ad un cocktail.

La valchiria dopo averlo spremuto come un limone perfino in ascensore, arriva al gesto estremo di tagliarsi le vene quando lui le annuncia che ha l'intenzione di voler riprendere la sua vita normale e che tornerà (illudendosi che sia facile) dall'amata moglie.

Ripresa per i capelli e ricucita, si dimostra alquanto instabile psicologicamente.

Così il povero avvocato, che ha commesso il peccato mortale di concedersi una scappatella, si ritrova tampinato, assillato, telefonato, ricattato.

In un crescendo di follia la matta finisce per scatenarsi, bruciandogli l’auto, terrorizzando la sua dolce (per la verità mica tanto, come si vedrà alla fine) metà e addirittura gli rapisce la figlia.

Il furbo regista Adrian Lyne (lo stesso di “Nove settimane e mezzo”) riesce a confezionare un thriller a due facce: un primo tempo passionale ed erotico, con pillole di kamasutra, e un secondo di drammatico e sanguinolento horror.

Molto in forma i due protagonisti, anche se bisogna ammettere che Glenn Close non sembra sufficientemente avvenente per la parte di sanguisuga di alto bordo.

Indubbiamente è un film furbo e ben confezionato.