BLOOD DIAMOND - DIAMANTI DI SANGUE

Sierra Leone (Africa), 1999. Il pescatore di colore Solomon Vandy (Djmon Hounsou) è sbattuto nelle miniere di diamanti dai feroci guerriglieri del R.U.F. Messi in salvo moglie e le due bambine, non il figlio Dia, arruolato a forza tra i soldati-bambini, scava di fronte alla minaccia dei mitra spianati in faccia.

Pesca una notevole pietra rosa, prontamente nascosta, prima di riuscire a filarsela grazie alle bombe piovute sul campo di prigionia. La cosa arriva alle orecchie di Danny Archer (Leonardo Di Caprio), un ex mercenario della Rhodesia che contrabbanda diamanti nel mentre della guerra civile (veramente scoppiata in Sierra Leone sul finire degli anni Novanta, mentre flirta con la reporter idealista americana Maddy Bowen (Jennifer Connelly).

Ok, facciamo un patto: tu recuperi il "brillo" e io ti prometto di ritrovare la tua famiglia, finita nel frattempo in un campo profughi dove si sono raccolte oltre un milione di persone.

Insieme alla reporter appassionata i due uomini intraprendono un viaggio alla ricerca di un bene più prezioso.

Che putiferio.

Avvincente ma inverosimile dramma bellico-sentimentale diretto dal regista Edward Zwick che, fedele alla retorica del suo "ultimo samurai", replica il percorso di formazione imperniato sul confronto tra etnie diverse.

Da una parte il bianco contrabbandiere di Di Caprio, dall’altra il pescatore nero di Djimon Hounsou, ficcati nel mezzo di una guerra civile, scatenata e mantenuta viva dagli interessi di commercianti di diamanti senza scrupoli. Con l'aggiunta della "Janet Fonda" di ordinanza (la giornalista idealista. Con tutte le idiozie che dice è una giornalista perfetta).

L’impianto della sceneggiatura è tradizionale: il percorso compiuto dal protagonista lo porterà a una nuova consapevolezza. Blood Diamond punta il dito contro l’industria dei diamanti e il suo turpe commercio illegale, dai neri sfruttati fino ai cinici mercanti olandesi, che finanzia(ro)no guerre civili in cui vengono impiegati bambini soldati e violati i diritti umani.

Zwick coniuga la denuncia sociale con il cinema di genere (action), la meditazione dell’autore su soggetti gravi e urgenti con la tecnologia decisamente esibita di Hollywood. E a questo proposito non sfugga la dimensione critica e intellettuale del film, che mentre fa spettacolo e produce azione invita alla meditazione e alla responsabilizzazione del consumatore (di diamanti).

Blood Diamond è un film di recitazione, fatto anche di prove d’attore: quella vitale di Djimon Hounsou, che non nasce eroe ma lo diventa di fronte a circostanze estreme e drammatiche e quella ambigua dell'improbabile samaritano Leonardo Di Caprio a cercare la redenzione e il riscatto.

Perduto l’aspetto efebico e raggiunta la definizione sessuale, Di Caprio costruisce un personaggio di luci e ombre, un cattivo che compie azioni buone al “tramonto” della vita.