LA REGOLA DEL SILENZIO - THE COMPANY YOU KEEP

Albany (New York). Jim Grant è un avvocato a difesa dei diritti civili, vedovo e padre di una giovane figlia.

Dopo l'arresto di una ex attivista (Susan Sarandon) di un gruppo pacifista (???) radicale attivo negli anni del Vietnam, i Wheathermen,  rimasta in clandestinità per decenni, un giovane reporter ficcanaso, Ben Shephard (Shia LaBeouf), a caccia di scoop, avvia una serie di indagini.

La prima ed eclatante scoperta è legata proprio a Grant. L'avvocato ha un falso nome e ha fatto parte del gruppo, che si divertiva a far saltare stazioni di polizia, basi dell'esercito, uffici del Pentagono con ordigni "fuori orario" destinati a non mietere vittime. Su di lui pende un'accusa (ingiusta) di omicidio nel corso di una rapina in banca.

Grant è costretto ad affidare la figlia al fratello e a fuggire. L'FBI e Shepard, separatamente e con motivazioni diverse, si mettono sulle sue tracce.

Alla ricerca di prove di un'innocenza che vale per tutti incontrerà gli ex compagni, nascosti come lui sotto false identità. I militanti convertiti al presente non sono propriamente quello che ti aspetti...

"I segreti sono una cosa pericolosa, Ben. Pensiamo tutti di volerli conoscere. Ma se ne hai mai avuto uno, allora saprai che significa non solo conoscere qualcosa su un'altra persona, ma anche scoprire qualcosa su noi stessi". Così dice Jim Grant/Robert Redford al giovane giornalista che insegue lo scoop ma crede anche (e ancora) all'onestà altrui.

Con questo LA REGOLA DEL SILENZIO - THE COMPANY YOU KEEP Robert Redford, nel doppio ruolo attore/regista, torna perfino a correre in un robusto thriller politico d'azione dall'impronta progressista, vicino al cinema che lo ha reso famoso negli anni '70, mettendo in pratica la lezione imparata dagli amici/maestri, i vari Pollack e Pakula (tanto per citarne qualcuno).

Infatti nel film si ritrovano temi e tensioni di quello che fu il cinema democratico americano di cui Pollack fu uno degli autori di punta e Redford il suo interprete ideale.

Alla fine ne viene fuori un film, che non si può definire un capolavoro, ma che risulta ben fatto e godibile. Buona la storia, discreta la sceneggiatura, ottima la scelta del cast che annovera alcuni grandi attori e un coprotagonista (Shia LaBeouf) forse un pò intimidito al loro cospetto ma autore comunque di una prova più che dignitosa.