INDIANA JONES E L'ULTIMA CROCIATA

New York, 1938. Il celebre e muscolare archeologo Indiana Jones (Harrison Ford) è in ansia per l'anziano papà Henry (Sean Connery) più serio e studioso archeologo, scomparso improvvisamente mentre era impegnato in una missione leggendaria, la stessa perseguita nei secoli dai Crociati, dai Cavalieri della Tavola Rotonda: la ricerca e la conquista del Santo Graal, il leggendario calice di Gesù nell'ultima cena.

Ritrovare la coppa da cui Cristo bevve durante l’ultima cena conservata da Giuseppe d’Arimatea, ricercata per quasi duemila anni, non è soltanto un’impresa archeologica ma anche un imperativo etico: “E la lotta contro il male: se i Graal cadesse nelle mani dei nazisti, l’esercito del male dilagherebbe”.

Le tracce portano l'archeologo, accompagnato dall'avvenente studiosa Elsa Schneider (Alison Doody), a Venezia.

La bellona lo tampina e lui si convince che ci stia. Ma quella sta giocando su due tavoli, al soldo di Hitler e, infatti, il vecchio genitore e rinchiuso proprio in un castello in Germania.

La terza impresa del personaggio creato da Spielberg e Lucas è un esemplare esempio di cinema per il cinema, senza nessun altra lettura o sottinteso al di fuori del divertimento di chi guarda.

Il film è molto dinamico, una girandola continua di strabilianti trovate e di avventure a rotta di collo, ricco di allusioni cinematografiche e di riferimenti storici, tecnicamente perfetto nell’uso sapiente dei trucchi e l’interpretazione di Sean Connery dà alla storia una secchiata di ironia, un gran contributo di bravura e simpatia.

Il deserto, Venezia, l’Austria, Berlino dove Indiana Jones assiste al rogo nazista dei libri e si trova faccia a faccia con Hitler (gli porge un libro, e il dittatore gli concede pomposamente un autografo). A cavallo, a piedi, in treno, a dorso di cammello, in grotte secolari o nelle fogne veneziane popolate da una moltitudine di schifosi ratti grigi, sul side-car militare nazista, in aereo o in dirigibile, di corsa sul tetto dei treni, ogni mezzo è buono per sfuggire ai cattivi e lasciar sfogare la fantasia.

Viene anche mostrato un Indiana Jones, ragazzo, boy-scout quindicenne impersonato da River Phoenix, illustrandone la vocazione archeologica e la formazione umana.

Grande Spielberg, come (quasi) sempre.