HAUNTING - PRESENZE

Usa. Nel castellaccio in mezzo alla campagna del Massachusetts (niente telefoni né televisione, impossibile varcare di notte il cancello incatenato), lo stimato psichiatra David Morrow (Liam Neeson) ha convocato tre persone afflitte da insonnia.

In realtà al medico preme studiare le reazioni delle persone di fronte alla paura a mezzo delle ignare cavie, la timida Nell (Lili Taylor), che dopo una vita passata a badare alla madre invalida ormai morta, rischia lo sfratto, la pimpante bisex Theo (Catherine Zeta-Jones) e il giuggiolone biondo Luke (Owen Wilson).

La prima a provare qualche brivido sinistro è proprio Nell, quando avverte inspiegabili presenze nel lettone a due piazze, sui finestroni e lungo le pareti.

Gli altri due ospiti sulle prime non le danno retta, poi i misteriosi rumori continuano, accomunando tutti nella fifa blu.
Qual è l'agghiacciante segreto del maniero maledetto?

HAUNTING - PRESENZE pur se insaporito da un cast rilevante non riesce a convincere: è stato realizzato pensando troppo agli effetti speciali (molto curati ma anche eccessivi, perlomeno quelli visivi) e poco al contenuto del film.

catherine zeta-jones nuda
La pellicola, goffamente diretta da uno specialista di film d'azione, l'olandese Jan De Bont (SPEED), funziona nella prima parte, tesa a creare la tensione con un'ottima atmosfera, e si sgonfia nella seconda dove prevale l'effetto digitale (per l'appunto esagerato) senza creare una, dico una, scena inquietante in tutto il film.

Le possibilità di impaurire c'erano davvero tutte (si veda anche la scenografia), la colpa è della regia, inadatta per una ghost-story.

Il finale è pieno di primi piani di volti terrorizzati  mentre sullo schermo non succede niente di sensato.

Terrificante solo la bellezza di Catherine Zeta-Jones.