Orsù, in marcia.
Spettacolare, estenuante, sontuoso spettacolo di intrattenimento, un kolossal in costume che fa largo uso degli effetti speciali, diretto dal neozelandese regista Peter Jackson e grazie al quale la grande saga tolkeniana (in Italia addirittura racchiusa da certa "intellighenzia" nel recinto ideologico della destra nda) dalla sfrenata fantasia raggiunse finalmente il grande pubblico.
Le vicende dello hobbit Frodo che con un gruppo di amici della sua razza e con altri compagni d'avventura si trova ad affrontare un'impresa che lo sovrasta, hanno trovato in Peter Jackson un interprete fedele ma non cieco.
Al di là delle vicende avventurose e dei numerosi effetti speciali, provate ad osservare le scenografie.
Che si tratti della Nuova Zelanda fotografata come un luogo magico o delle ricostruzioni elettroniche o in studio, la cura dei particolari e il lavoro sulla trasfigurazione di correnti artistiche ed architettoniche è di un'efficacia tale da fare degli ambienti dei protagonisti in uno spettacolo visivo (ma non solo) dietro l'altro, un meraviglioso sussegursi di delizie.
Il che significa anche non tradire Tolkien che aveva realizzato, come è noto, mappe dettagliate dei luoghi in cui aveva ambientato le vicende fantastiche.
Quattro Oscar minori, tra cui quello per le trascinanti musiche.