BABYLON A.D.

Mongolia, nell'immancabile scenario apocalittico non troppo lontano. Mentre un'umanita' spezzata e stracciona, tenta di sopravvivere in baraccopoli ai limiti del mondo, vicino a zone radioattive, in lande innevate e sorvegliate da droni da guerra, il rude mercenario americano Toorop (Vin Diesel), silenzioso ed efficiente, sopravvissuto alle guerre che hanno devastato il mondo all'inizio del ventunesimo secolo e finito nella lista dei terroristi più ricercati, si è fatto catapultare davanti ad uno sperduto convento.

Bandito dal suo paese, stanco, impermeabile alle illusioni e deciso a ritirarsi, ha accettato di prelevare, per mezzo milione di dollari, su incarico del mafioso russo Gorsky (Gèrard Depardieu), la candida Aurora (Mèlanie Thierry) e scortarla a New York per consegnarla alla Grande Sacerdotessa (Charlotte Rampling) di una nuova e potente religione.

Poche spiegazioni, molti misteri, troppi soldi.

Con la ragazza, che a due anni parlava già 19 lingue, ha singolari doti paranormali ed è sospettata di essere portatrice di un virus distruggitore, s'imbarca anche la sua energica tutrice, suor Rebecca (Michelle Yeoh).

Auto, treno, sottomarino, motoslitta, che faticaccia giungere a destinazione.

BABYLON A.D. è un farneticante e violento film catastrofico e "cafone" diretto da Mathieu Kassovitz, che mette in scena una frenetica storia, zeppa di assordanti sparatorie, malato di ipercinetismo delle immagini e risibili messaggi sulla fine del mondo.

Interpretato dal divo muscolare e burino Vin Diesel, già protagonista di diversi cult del genere, sempre in bilico tra azione, ironia e gustosissimo trash, emerge l'ex Bond girl Michelle Yeoh, la monaca più manesca ed esperta di arti marziali del pianeta.

La storia, che ruota attorno a un essere speciale, geneticamente modificato per salvare o annientare quel che resta della nostra specie ha grandi pretese e non poca confusione, dando vita ad un opera che non riscrive la storia e non entra in quella del cinema. Dopo un inizio folgorante, che ci ricorda l'abilità dell'autore nel descrivere con occhio antropologico i mondi ai margini, il film inciampa in ogni trappola della retorica, mostrando un'accozzaglia dei peggiori archetipi e luoghi comuni fantascientifici... nullo di nuovo, tutto già visto.


Babylon A.D. è il "Quinto Elemento" del cineasta. Francese, proprio come Luc Besson.