INSOLITI CRIMINALI

New Orleans. Suona l'allarme e oltre ad aver avuto l'inabilità di fallire il colpo, i rapinatori sono riusciti a far morire per sbaglio anche tre sbirri. I tre fuorilegge in fuga, di infimo cabotaggio, si rifugiano nello scalcinato e semideserto bar di Dino (M. Emmeth Walsh), tenendo sotto mira cinque ostaggi.

I delinquenti son tre fratelli: il nevrotico ed impaurito Dova (Matt Dillon), l'amletico e flemmatico Milo (Gary Sinise) e il paranoico Law (William Fichtner).

Nel vecchio locale senza vie d'uscita si trovano tra le mani la sfiorita cameriera Janet (Faye Dunaway) e suo figlio, nonchè ragazzo di bottega, Danny e due clienti, il camionista Jack e il forestiero Guy (Viggo Mortensen).

Ma la cosa incredibile è che uno degli ostaggi è un pericolo pubblico e, in pratica, i tre sono riusciti a infilarsi in una massiccia caccia all’uomo mobilitata per un criminale di ben diversa levatura, un misterioso mercante d’armi, e ora sono assediati da tutta la polizia di New Orleans.

Di fuori lo stratega delle forze dell’ordine è interpretato da Joe Mantegna.

Mentre i sequestratori discutono su che fare dei prigionieri (Law vorrebbe massacrarli tutti, Milo è pronto a sacrificarsi per salvarli) emerge una singolare proposta dell'ostaggio Guy: perché i banditi non si auto-rilasciano fingendo di essere loro gli ostaggi?

Ma c’è anche un’altra soluzione (che dà il titolo originale al film: Albino Alligator): fare come i coccodrilli che in casi simili mandano allo sbaraglio il più debole del branco, sacrificandolo per la salvezza di tutti.

Morti e feriti nell'epilogo sanguinoso, con tre superstiti, uniti dal tacito accordo di non rivelare la dinamica degli eventi.

INSOLITI CRIMINALI è un ambizioso poliziesco psicologico dell'esordiente (come regista) Kevin Spacey, un melodramma claustrofobico gravido di umorismo nero, in cui le battute sono affidate a personaggi di sconvolgente antipatia.

Spacey dirige bene gli attori e sa organizzare dinamicamente lo spazio chiuso. Nella claustrofobica atmosfera del bar non si avverte quasi mai una staticità teatrale.

I tre delinquenti sembrano una versione al sangue di una banda brancaleonesca alla Mario Monicelli, insulsi e poco professionali.

Molte sorprese tra le quattro mura, fino all'annientamento (quasi) totale finale.