MR. BEAN'S HOLIDAY

“La noia dell’ostrica produce perle”.

Io ero alquanto triste. ” Tanto tuonò che piovve” pensai, tra me e me.Non avevo dormito. Provateci voi dopo una settimana come questa. Oggi.
Le mie appendici emozionali (i miei figli nda) hanno provato ad aiutarmi a superare il critico momento con la visione di questo film, ovvero la celebrazione della banalità, ad uso e consumo di un target non superiore ad anni 12 mesi 11 e giorni 29. Per chi va a posizionarsi in sala, pur disponendo di età superiore a quel limite (che io modestamente ho impresso) scientemente e senza attacchi di panico e/o sensi di colpa all’uscita, senza chiedersi, con vigliacca irresponsabilità, se siamo soli nell’Universo, se Maradona è stato veramente il miglior calciatore della Storia (è già primo come pippatore argentino, ma quella è un’altra classifica), se veramente non dobbiamo preoccuparci se ancora non siamo gay (cosa non va in noi?) si consiglia la partenza per la Legion Etrangers. Almeno dareste un senso alla vostra vita.
Il dibattito si è aperto subito dopo. La visione. I miei figli avevano un idea chiara sulle dinamiche della sceneggiatura di questo film, che si appresta a diventare un cult movie del genere (sarà chiara l’ironia del gesto? Bah!!!!).
Ha iniziato mio figlio (5 anni nda) che ha definito Mr. Bean's come la Matrice di ogni suo divertimento filmico e cartunistico.
Mia figlia (7 anni nda) preferiva mettere l’accento sullo stagliarsi in primo piano dell’individuo-uomo contro l’uomo-massa. Con l’individuo capace di assumersi la responsabilità delle proprie azioni anche davanti alle difficoltà della vita moderna. Con l’individuo duro e puro anche in vacanza. Una teorizzazione rivista ed evoluta (e trasposta in una realtà franco-francese) del messaggio futurista. Idea e spinta messianica.
E’ stato dopo queste parole che mio figlio si è scagliato, con educata veemenza, contro la corrente di pensiero rappresentata dalla sorella, cercando di allontanarsi dal centro gravitazionale del messaggio antropologico, sociale e culturale, pur evidente, cristallino, adamantino, del film (almeno a me pareva evidente).
Pur tuttavia mostrando la speranza di una palingenesi, che permetta una visione meno demente, un campo visivo più ampio del genere comico. Anche se la deriva sembra inarrestabile.
Io, pensando alle mie radici, al mio passato, di cui non farò mai amputazione, riflettevo sul messaggio enormemente più dinamico, con più circolazione dell’idea attraverso la dialettica, dei film di Bud Spencer & Terence Hill.
Lungi da me l’incarnazione di bene assoluto, o l’idea di assumermi il compito di traghettarvi verso orizzonti più ampi, con la capacità e l’intelligenza che mi sono propri. Anche perchè qualcuno potrebbe trovarsi nella mia stessa situazione e, anche se lo scenario è scarsamente gradevole, qualche sacrificio è richiesto per il divertimento dei pargoli.
Il film: Mister Bean's (Rowan Atkinson) va in vacanza. Sulla Costa Azzurra. Una vacanza vinta ad una tristanzuola lotteria parrocchiale. Punto.
Seguono l’offerta di immagini, suoni, cazzeggi sovrabbondanti, iperbolici, bulimici. Con la solita trita successione di equivoci, dell’apparizione della solita f.. della bella di turno (Emma De Caumes), e lo scontato lieto fine.
Stupefacente, per me, la presenza nel cast di Willem Dafoe, il sergente Elias di Platoon (e altro, ma per me rimane il sergente Elias).(C’era proprio bisogno di questo markettone Willem?). Inoltre presente, sempre nel cast, un più che decente attore franco-francese il tal Jean Rochefort, di cui mi piace ricordare la presenza nel garbato “Il marito della parrucchiera”.
Mancano nobili eruzioni di filosofiche esternazioni e nobili parole (veramente mancano anche le povere parole).
Non posso non dichiarare il mio vero odio e falso amore per questo tipo di film. Non utilizzando nessun abbozzamento squarciafegato, intervallato da leccate di facciata.
I miei bimbi, di fresco pelo e razza antica, possono ancora apprezzare. Non hanno ancora la sensazione di ribrezzo per indecenza acuta. E devo pur ammettere che di risate in sala ne ho udite poche.
Io, loro guida, ho il compito di rompere la parete di gomma ed andare giù duro: “Ladri!!!! Ridatemi i soldi”.