NEMESI

USA. Frank Kitchen (Michelle Rodriguez) è un killer infallibile, ma la scia di cadaveri che ha lasciato alle spalle ha in serbo per lui un doloroso contrappasso.

La rancorosa quanto brillante chirurga plastica Rachel Jane (Sigourney Weaver), infatti, lo fa rapire per vendicare la morte del fratello, ma anziché uccidere Frank, lo opera, a sua insaputa, per cambiargli sesso.

Dentro il corpo di una donna cercherà la sua vendetta.

NEMESI è un noir con più livelli di lettura. Certamente un film imperfetto e con qualche incongruenza di scrittura (in alcuni passaggi “gira” decisamente a vuoto, anche per una certa verbosità), eppure questa opera del veterano Walter Hill parte da un'idea originale che balla sul confine tra provocazione e volontà sincera di violare dei tabù.

Il budget risicato è evidente, così come l'approssimazione di alcuni raccordi logici: in primis la fumettizzazione di alcune scene, alla maniera del leggendario I GUERRIERI DELLA NOTTE - Director's Cut.

Quasi una firma autografa, apposta da Walter Hill per ricordare che si tratta di un suo film.
Anche solo per questa sua natura anarchica, antica, irriducibile, è opportuno sorvolare sulle sue enormi mancanze.

Che partono da una Sigourney Weaver che recita con il pilota automatico inserito. Vestendo inoltre i panni di un villain ultra-stereotipato, scienziata fredda come l'acciaio (chirurgico), per arrivare all'imbarazzante, discusso e discutibile, uso di protesi digitali sul corpo di Frank Kitchen.

Quasi un'irridente variazione sul tema di JOHNNY IL BELLO, anacronistica ed imperfetta. Ma necessaria, per comprendere che la vecchia scuola non si rassegna a morire.

Difficile stabilire dove si situi in NEMESI il confine tra provocazione e volontà sincera di violare dei tabù.



Ambiguo, sexy e ineffabile il corpo metrosexual (con annesse scene di nudo integrale) di Michelle Rodriguez, killer transgender suo malgrado.