LA 25ª ORA

New York. Il giovane Montgomery Brogan (Edward Norton) è un pusher che conduce una vita  agiata sulle rive dell'Hudson.

Monty, per gli amici, ha deciso di ritirarsi dal narcotraffico e di vivere di rendita con la sua bellissima portoricana, Naturelle (Rosario Dawson). Ma a causa di una soffiata viene pizzicato con una grossa quantità di roba nella fodera del divano.

Che fesso, mormora a se stesso. Ma chi mi ha venduto?

Purtroppo il fattaccio lo condanna a scontare sette anni di carcere. Gli restano ventiquattro ore per salutare il cane, riconciliarsi col papà barista James (Brian Cox), congedarsi dai suoi più cari amici nell'ultima notte da uomo libero, il broker sciupafemmine di Wall Street Frank (Barry Pepper) e l'imbranato prof ebreo Jakob (Philip Seymour Hoffman).

Ma, soprattutto, decidere della sua 25a ora: la prigione, il suicidio, la fuga.

LA 25ª ORA è uno struggente, angoscioso dramma socialpoliziesco di Spike Lee, nella New York plebea del dopo il settembre, dove le ferite della città s'incrociano con quelle dei protagonisti.

Crudo e violento, romantico ed appassionato, affronta, senza retorica, temi profondi: la creazione del proprio destino, le difficoltà dell'amicizia, le paure del singolo.

Sullo sfondo di Ground Zero passano figure senza sostanza, dal pusher con sogni piccoloborghesi al professore frustrato al broker che vive alla giornata pensando solo a fare soldi per sfuggire alle sue radici modeste.

Le ventiquattro ore del protagonista (splendidamente interpretato da un super Edward Norton), prima della galera, dei denti rotti e degli stupri, della violenza e del sadismo, della miseria e della paura, sono un'elegia che Spike Lee dedica al suo personaggio e alla sua personale New York. In particolare a una dolente e rabbiosa Manhattan, ferita a morte dalla caduta delle Torri dell'11 settembre.

Nessun altro film riesce ad essere viscerale come LA 25ª ORA, dove la rappresentazione della disperazione e della tristezza è scoperta ed ammirevolmente impudica.



Fotografia e musiche funzionali all’atmosfera crepuscolare e sospesa.

Memorabile il monologo allo specchio nel bagno del ristorante.