COPYCAT: OMICIDI IN SERIE

San Francisco.Vive segregata in casa l'isterica psicologa criminale Helen Hudson (Sigourney Weaver) nel timore che ritenti di farle la pelle un pericoloso matto tuttora al fresco.

Ma ora che un altro killer sta facendo strage in città, prova ad affiancarla la più giovane, fresca e tosta ispettrice M.J. Monahan (Holly Hunter), tallonata dall'agente innamorato Ruben Goetz (Dermont Mulroney).

Tu che sei un'enciclopedia vivente sui delinquenti in circolazione, aiutami a incastrare questo maledetto assassino, che nei suoi omicidi si ispira ai più efferati delitti del passato.

Va bene, ti darò una mano con il mio fidato assistente Andy: ma sai che il tuo uomo mi piace proprio? Posso farci un giro?

COPYCAT: OMICIDI IN SERIE è un ordinario ma non brutto thriller, tratto da una storia vera (la reltà supera spesso la più truculenta delle fantasie), che regala due ore di godibile intrattenimento soprattutto grazie al buon ritmo e alle discrete interpretazioni di quasi tutto il cast (tolto il serial killer, veramente ai limiti della presentabilità), presentando anche alcuni momenti di tensione.

Pur partendo dalla gustosa e promettente idea iniziale del serial killer che replica famosi omicidi del passato, il regista Jon Amiel (SOMMERSBY, ENTRAPMENT) costruisce però un film solo parzialmente riuscito: interessante il rapporto tra la poliziotta e la psicologa criminale, ma il paragone con Il silenzio degli innocenti, al quale chiaramente la pellicola di Amiel deve qualcosa, ridimensiona il tutto.

Tra le incongruenze battibeccano come due comari l'oggetto volante più sexy di Hollywood, la brava spilungona Sigourney Weaver, che offre anche un innato sex appeal sfoderando nei momenti clou un paio di gambe perfettamente velate e trionfanti in décolleté rosse fuoco, e la sgraziata piccoletta Holly Hunter.

In sintesi gli si può dare uno sguardo a patto di non pretendere troppo.