CHI PROTEGGE IL TESTIMONE




 
New York. La seducente appartenente all'upper class Claire Gregory (Mimi Rogers) durante un ricevimento vede senza dubbio alcuno il padrone di casa che viene accoltellato a morte dal suo ex socio, Joey Venza (Andrea Katsulas), che poi se la da a gambe, non senza averle gettato uno sguardo carico di minacce.
Nell’inevitabile duello, l’assassino svelto di coltello non ha nessuna intenzione di farsi inchiodare dalla scomoda testimone, né lei di finire accoltellata.

Così la ricca bellona ottiene con una certa facilità una guardia del corpo, e il prescelto, l’aitante detective Mike Keegan (Tom Berenger), un poliziotto che vive nel quartiere a rischio di Queens con la moglie e il figlioletto che ama, spinge l’assillante marcamento ad uomo....a donna, diciamo, oltre la soglia della camera da letto. Peggio, se ne innamora.

Tutta la situazione non garba, oltre, ovviamente, all’omicida, alla grintosa moglie del poliziotto, Ellie (Lorraine Bracco) : adesso scegli, o me o quella tremolante prugna secca.

Thriller che scorre sul binario del convenzionale, ricordando il plot di altri film, eppure sufficientemente eccitante, cosparso di zone buie e sequenze di erotismo soft, ma confezionato con stile ricercato dal regista Ridley Scott (si, proprio lo stesso di Blade Runner ed Alien).

Solo che Ridley rimescola le carte. Mette a confronto (come classicità vuole) la mora (non ricca e moglie) e la bionda (ricca e amante) ma non fa dell'una la vittima passiva e dell'altra la mantide divoratrice. Sono invece due donne che vedono messa in pericolo la loro quotidianità ormai acquisita. L'una per la minaccia di un killer, l'altra per la possibile frantumazione del proprio nucleo familiare. Tra questi due poli si muove un Berenger utilizzato per un ruolo differente rispetto a quelli fino ad allora affidatigli.

Inoltre Scott aggiunge un protagonista in più: il décor.

È lo spazio (per lui fantascientifico) in cui si muove Keegan dal momento in cui entra 'a palazzo'. La musica classica sottolinea questa dimensione di stupore sottolineando la distanza di classe sociale di 'mondi', l'"alienità" che raggiunge il suo apice nella scena girata al museo Guggenheim.

Probabilmente il film è un prodotto di alta bigiotteria confezionata talmente bene che può essere scambiato anche per una gemma preziosa.