SONO PAZZO DI IRIS BLOND

Il romantico Romeo (Carlo Verdone) è un musicista pop in piena crisi. La sua compagna lo ha tradito con un amico che, per di più, fa parte della band in cui lui suona. Per cercare risposte ai problemi della sua vita si rivolge a una chiromante napoletana la quale gli predice che una donna dal nome floreale, cantante e amante della poesia sarà il suo vero grande amore.

Finito a fare il pianista su una nave da crociera incontra la belga Marguerite (Andrea Ferréol), in là con gli anni e appassionata cantante dell'opera di Jacques Brel.

I due fanno coppia nei locali di Bruxelles, finchè una sera al già disamorato giovanotto il caso gli farà incontrare Iris (Claudia Gerini), bionda cameriera (di origini italiane) in un fast food cittadino. Le piace cantare, scrive poesie dozzinali e taglia gli uomini come rami secchi…

Liquidata , con qualche ammaccatura, la tardona, il musicista scopre che la fanciulla ha anche una gran voce e finisce stracotto di lei, che invece, lo tiene sulla corda.
Artisticamente il tandem funziona molto bene ed ecco all'orizzonte una scrittura a Parigi: purtroppo solo per Iris.

SONO PAZZO DI IRIS BLOND è una piacevole e misurata (anche troppo) commedia rosa di Carlo Verdone , una storia d'amore in agrodolce, non banale, in cui l'autore è bravissimo ad amalgare umorismo e tenerezza.

Anche perché ha al suo fianco una vera e bella (in tutti i sensi) partner: Claudia Gerini.

Dopo averla avuta con sé nell'episodio più divertente di "Viaggi di nozze" le propone qui un ruolo completamente diverso da quello della coatta romana e l'attrice dimostra di saperlo portare sullo schermo al meglio. Se nella parte iniziale del film il regista forza un leggermente i toni nella caratterizzazione del personaggio interpretato da Andrea Ferreol con le sue manie esistenzialiste e un barboncino con vestitino, da quando entra in scena Iris la storia assume il tono amaro dell’illusione che corre veloce verso la frantumazione.


Naturalmente il Verdone attore ha una grossa fetta di merito, bravo com'è a delineare i tormenti del goffo e delicato personaggio, convinto di essere un Pigmalione (pronto anche a mascherare in inglese la pochezza dei versi della sua protetta) mentre non si accorge che Iris procede per un percorso del tutto personale che non si può neppure definire arrivista quanto piuttosto incapace di guardare bisogni dell'altro.

Il Verdone sceneggiatore si cuce addosso un personaggio che non va mai sopra le righe nel suo mettersi a disposizione sperando di ottenere in cambio l'amore. Ma nella vita non funziona così.

E in questo caso anche al cinema.