INSIDER - DIETRO LA VERITA'

New York, 1995. L’ordine non ammette repliche: stattene buono e zitto, se no ti cacciamo via.

Lo scrupoloso Jeffrey Wigand (Russell Crowe), capo ricercatore della mega azienda del tabacco, Brown & Williamson, non sa che pesci prendere.

Ha scoperto che nelle sigarette in commercio vengono aggiunte delle sostanze chimiche che facilitano ed amplificano l’assuefazione alla nicotina, rendendola irreversibile.

Licenziato, decide di spiattellare tutto al giornalista d’assalto Lowell Bergman (Al Pacino), temuto conduttore della trasmissione della CBS “60 minutes”.

“Sei pazzo”, gli sibila la moglie Liane (Diane Venora) prima di abbandonarlo, mentre i capoccia della rete si fanno convincere dagli avvocati a non mandare in onda il programma.

Chi la dura la perde.

INSIDER - DIETRO LA VERITA' è un lento e poco avvincente, ambizioso nell’intenzione di denuncia sociale della solita corporation, dramma social-economico, diretto da Michael Mann come un giallo, che mena fendenti in due direzioni: le solite multinazionali, dedite all’ottenimento del guadagno senza freni morali, e i guru della tv, squali affamati di scoop a tutti i costi, decisi ad ignorare i “danni collaterali” sulle vite dei protagonisti. Meglio, a passarci su.

Il bolso Russell Crowe si fa preferire al veemente Al Pacino, in una delle interpretazioni meno memorabili della sua carriera.

E mi fa un gran male dirlo.