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LA PROMESSA DELL'ASSASSINO

Londra. La bionda ostetrica Anna (Naomi Watts) assiste una ragazzina, una prostituta, che muore dando alla luce una bambina.

Di questa donna non si conosce nulla e l'unica cosa che sembra far luce sulla sua vita è un diario scritto in russo sulla cui traduzione la donna spera per ritrovare i parenti della ragazza per dare in affido la bambina.

Un biglietto da visita tra le pagine la porta diritta al ristorante transiberiano del vecchio Semyon, cattivo dall'aria innocente che comanda il figlio farfallone Kirill (Vincent Cassel), sorvegliato dall'efficiente (e letale) autista factotum di casa, Nikolai (Viggo Mortensen).

A DANGEROUS METHOD

Zurigo, 1914. Il giovane psichiatra Carl Gustav Jung (Michael Fassbender), ventinove anni, sposato alla devota e ricchissima (che culo fortuna nda) Emma, in attesa di una figlia è affascinato dalle teorie del famoso collega-mentore austriaco Sigmund Freud (Viggo Mortensen).

Nell'ospedale Burgholzli in cui esercita la professione di psichiatra viene portata la giovane, convulsa e traumatizzata, diciottenne ebrea russa Sabina Spielrein (Keira Knightley).
Il professorone decide di applicare le teorie freudiane, la terapia delle parole, ideata dal famoso collega, sul caso della ragazza, che si scoprirà aver vissuto un'infanzia in cui le violenze subite dal padre hanno condizionato la visione della sessualità.

Nel frattempo Freud, che vede in Jung il suo potenziale successore, gli manda come paziente lo psichiatra Otto Gross, tossicodipendente e dichiaratamente amorale.

Saranno i suoi provocatori argomenti contro la monogamia a far cadere le ultime barriere e a convincere Jung: però, mica male la ragazza, quasi quasi...e vai di frusta sul sedere coperto da gonnelloni inizio ' 900 della contentissima ragazza.



A DANGEROUS METHOD, gelido e verboso  dramma parastorico, che ripercorre, nella cornice di splendidi interni d'epoca, il sofferto rapporto tra i due padri della psicanalisi.

Malgrado siano grandi i personaggi, i conflitti,  i problemi ed imponente lo sfondo storico-scientifico, dagli albori della psicoanalisi, il film non appassiona.
Il tutto unito (ma non poteva essere diversamente) alla mancanza di un particolare guizzo registico, o voglia di osare.

Le espressioni da gorilla della protagonista, la (quasi) anoressica Keira Knightley così prodiga di smorfie, rischiano quasi il risibile.

Deludente.