IL DURO DEL ROAD HOUSE

Jaspar (USA). Il muscoloso buttafuori, pur se laureato in filosofia, Dalton (Patrick Swayze) è il migliore su piazza.

L’atletico ragazzo ha risposto presente all’appello del disperato Tilghman (Kevin Tighe), proprietario del malfamato Double Deuce.

Ogni sera una rissa con mezzo locale in frantumi, per tacere del traffico di droga assortita.

Il giovanotto, deciso a far piazza pulita dei teppisti, scaccia subito tre dipendenti in combutta con gli spacciatori, facendo ben presto infuriare il boss locale Brad Wesley (Ben Gazzara), che non intende perdere utili.

Una prima spedizione punitiva porta il coraggioso buttafuori in ospedale, dove conosce la bella dottoressa Elizabeth (Kelly Lynch).

Rimesso a nuovo anche nel cuore, sarà guerra con il malavitoso, fino al sanguinoso scontro finale con il boss locale che tormenta l’intera cittadina.

IL DURO DEL ROAD HOUSE è un tipico action del periodo diretto da Rowdy Herrington, abbastanza godibile a patto di accettare tutti i cliché del genere. A metà strada tra poliziesco e western, rimpinzato di sequenze violentissime e di un linguaggio da scaricatore di porto.

Senza dimenticare il frastuono rock che fa da inesauribile colonna sonora.

Il compianto Patrick Swayze, reduce dal successo del classico DIRTY DANCING, è francamente poco credibile nei panni del laureato in filosofia che lotta contro i buzzurri.

IL DURO DEL ROAD HOUSE presenta comunque un discreto cast. Bravi Sam Elliott e Ben Gazzara, abile nel rendersi laido e odioso, anche il suo cattivo è troppo da operetta.


Deliziosa Kelly Lynch (ORE DISPERATE), utile per l’immancabile (sembra una tassa) storia d’amore.

Insomma cinema ’80s di buona caratura, spassoso e dal testosterone alto, un cimelio di un’America (e di un mondo) che non c’è più.

Certo dopo cazzotti, coltelli, esplosioni, pistolettate la polizia manco si fa viva se non proprio alla fine.

A suo modo un piccolo cult da ripescare dal cestone dei dimenticati.