VINCERE

Milano, 1914. Era già rimasta colpita nel fugace incontro di sette anni prima a Trento, ma ora la giovane Ida Dalser (Giovanna Mezzogiorno) è folgorata dall'ardente coetaneo Benito Mussolini (Filippo Timi).

Quel socialista impetuoso e sfrontato, interventista e mangiapreti, che si crede superiore a Napoleone, è il suo idolo.

Oltre che l'oggetto del suo desiderio.

Per consentirgli di fondare un giornale in proprio, dopo aver abbandonato L'Avanti, il Popolo d'Italia, vende tutto.

Attività e gioielli.

La ragazza freme per lui, che va al fronte ed è ferito sul Carso. Purtroppo si accorge con sgomento e delusione mista a rabbia che l'uomo è già sposato con una tal Rachele Guidi, da cui ha avuto una figlia.

Ma anche lei, incinta, reclama i suoi diritti. Intanto però Benito è diventato il Duce...

VINCERE è un ambizioso melodramma scritto e diretto da Marco Bellocchio, ricostruzione un po' troppo lenta ed astiosa delle vicende di Ilda Dalser, dimenticata "moglie" del Duce rinchiusa in manicomio e del loro figlio illegittimo infine riconosciuto.

La prima mezz'ora è farcita di audaci scene erotiche e di amplessi, con Giovanna Mezzogiorno che mostra generosamente il pelo, preludio della nascita. Poi il film prosegue in modo didascalico e non rende partecipi del dolore della bella (qui nel film) ed ex ricca Ilda, che nella seconda parte piange e si dispera.

Dello sfiancante secondo tempo, accompagnato da immagini di repertorio e una musica assordante, si salva solo il pre-finale con Timi/figlio che fa il verso a un odioso Mussolini/padre. 

Anche se il migliore attore del film resta il vero Benito Mussolini...

In pratica questo VINCERE ripercorre con evidente astio una delle pagine meno nobili dell'avventurosa vita del Duce.

Sopravvalutato. Il film dico.

Anche se non sarebbe male raccontare le gabbie che il potere crea e l'intima mediocrità di tutti i regimi. Comunisti.