KILL BILL VOL.1

El Paso (Texas). Che carneficina quando la gang di Bill (David Carradine), boss della mala, fa irruzione nella chiesa dove si sta celebrando il matrimonio.

Sopravvive la Sposa (Uma Thurman), nonostante la pallottola in fronte, però perde la creatura che portava in grembo.

Vegeta in ospedale, dove subisce le attenzioni di un immondo infermiere.

Dopo quattro anni di coma si sveglia, concia per le feste il suo aguzzino e prepara la vendetta contro gli ex soci, le quattro vipere mortali, guidate proprio dal compagno dei tempi d'oro, ovvero Bill.

Ripreso il nome d'arte di Black Mamba, vola a Tokyo, dove il maestro Hattori Hanzo le forgia uno speciale spadone da samurai.

E va all'assalto del primo della lista, la perfida O'Ren-Ishii (Lucy Liu).

KILL BILL VOL.1 è un concitato drammone avventuroso di Quentin Tarantino, prolisso e geniale, che nella prima parte del suo film spezzato in due parti, mescola poliziesco, western e perfino anime, dando largo spazio alle sequenze d'azione e ripescando a piene mani dal cinema orientale di arti marziali degli Anni Settanta.

Con il trionfo di teste, gambe e braccia mozzate in un susseguirsi di duelli che annegano nel sangue.

Eterogeneo e fiammeggiante.

Inoltre la donna come genesi e conflitto, vita e morte.

Mescolate e trasversali, le forme di molti generi si riuniscono in una, quella del cinema inteso come scrittura del caos.

E' infine la storia dell'umanizzazione di un personaggio: Beatrix Kiddo.

Insomma KILL BILL VOL.1 si segnala inoltre per il virtuosismo estetizzante probabilmente spinto all'eccesso, una grandissima cura dei particolari, coreografie (importantissime) e inquadrature sempre congruenti e mai banali.

Nella sua ricerca della perfezione, il regista pecca forse di prolissità, ma è indubbio che confezioni un'opera avvincente, peraltro segnata da un'ottima colonna sonora.

Pellicola divertente ma di sicuro non per tutti i gusti.

Probabilmente inferiore a PULP FICTION, ma è un dettaglio.