VENTO DI PRIMAVERA

Parigi, giugno 1942. I gendarmi piombano nelle case segnalate arrestando in batter d'occhio 13 mila ebrei.

L'ordine è di ammassare i malcapitati al Vélodrome d'Hiver ma la destinazione finale sono i campi di sterminio.

Anche il dodicenne Joseph (Hugo Leverdez) è trasferito con i genitori e le due sorelle nel campo di concentramento.

Nella bolgia provano a dare un sollievo e sgobbano instancabilmente il dottor David Sheinbaum (Jean Reno) e l'infermiera Annette Monod (Mélanie Laurent).

VENTO DI PRIMAVERA è un nobile, commovente dramma su una vicenda poco nota dell'Olocausto. Quando, durante la II Guerra Mondiale, in Francia le mostruose leggi razziali si accanirono anche sui bambini.

L'immane quanto rapida deportazione effettuata in maniera ruvida dalla gendarmeria transalpina è narrata con stile asciutto. Inframmezzata da immagini serene dell'aguzzino Hitler, le cui scene private, probabilmente, sono la parte meno felice della pellicola.

VENTO DI PRIMAVERA è un' opera sobria in cui l'emozione viene da dentro e non è quasi mai affidata a facili espedienti narrativi.

Bisogna riconoscere che la regista Rose Bosch, con la complicità di un furher da barzelletta, ha gioco facile nello scatenare sdegno e lacrime.

Ottima la prova degli interpreti a partire da un contenuto Jeans Reno.