TOTO' D'ARABIA

Londra. lo scaltro capo dell'Intelligence Service, il taciturno mister Turner, temporaneamente a corto di agenti segreti super addestrati, traveste da 007 il proprio domestico, Mister Totò (Totò) e lo spedisce nel Kuwait.

L'obiettivo è battere sul tempo i Paesi concorrenti nella guerra per l'oro nero,  il petrolio.

Eliminare i colleghi stranieri è una quisquilia, attraversare il deserto una bazzecola.

Molto più ostico è neutralizzare la seducente bionda spia americana Doris (Nieves Navarro), messa in riga con l'aiuto delle gelosissime trenta mogli dello sceicco di Shamara (Luigi Pavese).

E adesso quasi quasi mi faccio adottare dal sultano Alì El Buzur (Fernando Sancho).

TOTO' D'ARABIA è una discreta ma malinconica commediola che si affida unicamente alla verve di un Totò ormai agli sgoccioli di una carriera inimitabile ma sempre in grado di sfoderare battute fulminanti.

In pratica una scombinatissima pseudo-parodia di Lawrence D'Arabia e James Bond, con relativa licenza, malamente amalgamati a cui si aggiunge una regia (anonima).

Solo, senza regia, senza sceneggiatura, senza spalle, il vecchio, visibilmente stanco ed affaticato, Principe fa quello che può reggendo la baracca da solo attraverso la sua arte mimica, fatta di gesti, espressioni e giochi di parole che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare.

Rimane comunque strepitoso.