LA MALA ORDINA

New York. Nel grande ufficio della Grande Mela il boss Corso, grande capo dell'Organizzazione, ordina ai suoi sicari David Catania (Henry Silva) e Frank Weston (Woody Strode) : andate a Milano ed ammazzate Luca Canali (Mario Adorf).

Secondo le voci della strada il Canali, un pappone milanese un pò sbruffone ma di piccolo cabotaggio, si è impossessato di una partita d’eroina dal valore di tre miliardi di lire.

L’omicidio dovrà essere il più plateale possibile, in modo che si sappia che i due professionisti sono arrivati appositamente dall'America per il lavoro.

I due partono ma qualcosa non quadra: Canali non sembra essere un pezzo grosso, né tantomeno pericoloso.

E' piuttosto un modesto sfruttatore, molto affezionato a sua figlia Rita, che la ex-moglie Lucia (Sylva Koscina) gli tiene lontano a causa del modo di procurarsi da vivere.

Don Vito Tressoldi (Adolfo Celi), che realmente ha incassato i quattrini derivanti dalla partita di droga e ha usato l'uomo come capro espiatorio, mette subito a disposizione degli ospiti due killer nostrani, che però vengono uccisi.

Il padrino italico, per mettere fine alla pericolosa vicenda, ammazza moglie e figlia della mancata vittima.

Vendetta, cieca e tremenda dell'omuncolo dalla lingua lunga.

LA MALA ORDINA è un ottimo esempio di noir, crudo e violento, ed è anche una delle opere migliori del regista Fernando Di Leo. Girato con grande ritmo non appare mai patinato e artefatto, ma sempre efficacemente realista, con sequenze d'azione che, sebbene a volte siano un po' "forzate", appaiono sempre efficacissime.

Ottima la prova del cast, specie del bravo Mario Adorf, tenero con la famiglia ma spietato con gli avversari, che supera se stesso di MILANO CALIBRO 9.

Il film no, per snodi di trama assai meno logici rispetto a MILANO CALIBRO 9, che si perdonano perché Adorf è fantastico, la fotografia è un gioiello, così come la colonna sonora.

Bella l'idea della coppia di granitici gangsters (ripresa da Scerbanenco), le scene in discoteca, il finale e tutto il milieu milanese di Parco Lambro. Brutti gli hippies, soprattutto un'incredibile Francesca Romana Coluzzi.

Rapido cameo di un giovane Renato Zero.