Il marito Carlo (Fabio Volo), proprietario di un negozio di informatica, se ne frega dell'Africa, non condivide il suo stesso entusiasmo e non ama accompagnarla alle serate benefiche promosse dall'associazione perché si sente fuori luogo.
In mezzo, una povera figlioletta di dieci anni straviziata.
Ai lati, nonni e nonne da cartolina colonialista.
Ogni casella resterebbe al suo posto all'infinito se non intervenisse il caso burlone.
Scoppia infatti all'improvviso la scintilla tra Carlo e l'impiegata all'ambasciata senegalese Nadine (Aissa Maiga), moglie del capo di Elena, Bertrand (Erig Ebouaney), alla festa di compleanno della piccola Giovanna.
E' subito pronto a ripararle il computer dell'ospite il premuroso maritino e riportarglielo di persona a casa, dove i due danno sfogo alla passione, ma sono subito (e troppo facilmente) scoperti dai coniugi e cacciati di casa.
Forse è meglio ripensarci, anzi no.
BIANCO E NERO è una scontata commedia sentimentale, che affronta, con mano leggera e sullo sfondo della nera Africa, i pregiudizi razziali, sempre duri a morire.
In mezzo, una povera figlioletta di dieci anni straviziata.
Ai lati, nonni e nonne da cartolina colonialista.
Ogni casella resterebbe al suo posto all'infinito se non intervenisse il caso burlone.
Scoppia infatti all'improvviso la scintilla tra Carlo e l'impiegata all'ambasciata senegalese Nadine (Aissa Maiga), moglie del capo di Elena, Bertrand (Erig Ebouaney), alla festa di compleanno della piccola Giovanna.
E' subito pronto a ripararle il computer dell'ospite il premuroso maritino e riportarglielo di persona a casa, dove i due danno sfogo alla passione, ma sono subito (e troppo facilmente) scoperti dai coniugi e cacciati di casa.
Forse è meglio ripensarci, anzi no.
BIANCO E NERO è una scontata commedia sentimentale, che affronta, con mano leggera e sullo sfondo della nera Africa, i pregiudizi razziali, sempre duri a morire.
Però nel tentativo di affrontare con leggerezza una problematica che (purtroppo) è ancora profondamente radicata nella società e di girare un'opera "politically correct", Cristina Comencini realizza un film che contiene tutti i luoghi comuni possibili sui rapporti interrazziali e sul razzismo, dando luogo a una serie di macchiette a discapito del film che appare anacronistico e un tantino perbenista. Insomma la fiera della banalità.
Che Fabio Volo, sposato con la scheletrica e nevrotica Ambra, perda subito la testa per la sinuosa panterona Aissa Maiga, è più che comprensibile. Il fatto che poi questa abbia anche la pelle scura è solo un optional. Più che un film sull'interrazzialità è infatti una classica commedia brillante sull'adulterio. Anche se nel finale il film si evolve nel racconto di una storia d'amore.
I ruoli più riusciti sono quelli secondari: impagabile l'erotomane suocero Franco Branciaroli.
Dimenticavo: quasi blasfemo il bagno nella Fontana di Trevi.
Che Fabio Volo, sposato con la scheletrica e nevrotica Ambra, perda subito la testa per la sinuosa panterona Aissa Maiga, è più che comprensibile. Il fatto che poi questa abbia anche la pelle scura è solo un optional. Più che un film sull'interrazzialità è infatti una classica commedia brillante sull'adulterio. Anche se nel finale il film si evolve nel racconto di una storia d'amore.
I ruoli più riusciti sono quelli secondari: impagabile l'erotomane suocero Franco Branciaroli.
Dimenticavo: quasi blasfemo il bagno nella Fontana di Trevi.