C'è chi eredita denaro e chi la casa o la terra. Gaetano e Paolo, dai loro padri, hanno ereditato una lite. Per vent'anni i due cugini hanno vissuto nel rispetto di questo lascito, senza mai metterlo in discussione e anzi perpetuandolo, ma un giorno il caso li ha riunito sotto lo stesso tetto, quello della chiesa di don Gino, e li ha costretti a un gesto di pace.
Ora l'uno non sa come dichiararsi a una camerierina dell'hotel, né si accorge che l'amministratore lo deruba; l'altro, nonostante le raccomandazioni della socia Olga (Anna Safroncik), si inguaia con due ingenui giganti russi, ingannati a più riprese con la promessa di un marito ricco per la sorella. Finché Paolo si convince, a causa di uno scambio di analisi, di avere una malattia senza scampo: sarà Gaetano a salvarlo con l'aiuto del maneggione di laboratorio Antonio (Claudio Gioél).
Simpatica e spiritosa, pur se dalla trama estremamente esile, commedia all'italiana del tandem teatral-televisivo Ficarra&Picone al terzo, sempre più accurato, appuntamento con il cinema, dopo «Nati stanchi» e «Il 7 e l'8". Una nuova, frenetica girandola di equivoci condita con battute a raffica, perfino troppe per un solo film.
Ad ogni modo Ficarra e Picone raggiungono per ora il loro obiettivo, che è quello di far cassa divertendo e divertendosi senza troppe pretese.