SOLARIS

Usa. Stanno accadendo cose inspiegabili e ho bisogno che tu venga sulla stazione Prometeo, mormora via video dalle galassie il preoccupato dottor Gibarian allo psicologo Chris Kelvin (George Clooney).

Oplà, un balzo in alto con la tuta da astronauta e il soccorritore si trova sulla stazione spaziale suddetta orbitante intorno a Solaris.
Ma nell'avanposto tra le stelle, con due scienziati sopravvissuti a delle morti violente, scopre che il supplicante si è ucciso, come del resto, molto tempo prima, l'amata moglie Rheya (Natascha McElhone), del cui suicidio egli continua a sentirsi responsabile.

Mentre inizia ad indagare sugli strani comportamenti degli scienziati sopravvissuti, cade anch'egli vittima dell'influenza esercitata dal pianeta misterioso che ha il potere di materializzare i ricordi. Così, si ritrova accanto, nel letto, la sempre rimpianta moglie.

In un primo momento, Calvin prova a disfarsi della donna, ma poi l'accetta e la vuole tenere con sé. Continui flashback ricostruiscono l'amore fra i due, in un montaggio alternato fra la storia del passato sulla terra e quella del presente nello spazio.

Ma quale tremendo segreto è racchiuso attorno al misterioso pianeta che ha la forza di materializzare l'inconscio degli umani? Boh!!!!

SOLARIS è un farragginoso dramma di fantascienza avvolto nelle pseudofilosofiche domande, rifacimento dell'omonimo film del russo Andrei Tarkovskij di trent'anni prima, realizzata da Steven Soderbergh allontanandosi dal modello originale che viene assunto solo come spunto iniziale

L'interrogativo di fondo che accompagna il film è se sia possibile ritoccare ciò che è già avvenuto, oppure se siamo condannati a ripetere, con le stesse persone, sempre i medesimi errori.

La risposta è nel filone della fantascienza che discende da "2001: Odissea nello spazio", a cui Solaris rende omaggio anche visivo, fin dalle sequenze dell'avvicinamento della navicella di Klein alla stazione spaziale.

Per la costruzione di Prometeo lo scenografo Philip Messina si è invece ispirato a una vera stazione spaziale in orbita intorno alla Terra, esaltando luci fredde e toni spettrali.

Con l'intrusione di un paio di nudi (non full frontal, quindi purtroppo, almeno per gli amanti del genere, soltanto di schiena) di George Clooney, rapidi lo spazio di pochi secondi ma preziosissimi per il tam tam.

La sceneggiatura però si rivela un po' troppo cerebrale finendo per annoiare lo spettatore nonostante il contesto molto curato, ma freddo come gli spazi siderali, e le buone interpretazioni degli attori.