PANE E TULIPANI

Pescara. Rosalba (Licia Maglietta), casalinga annegata nel corso e ricorso dell'identico quotidiano, viene dimenticata in autogrill dall'arrogante marito Mimmo (Antonio Catania), nel mentre di una triste gita in pullman verso Paestum.
Presa la strada di casa grazie all'autostop invece di fermarsi nella natia Pescara tira dritto finendo volutamente lontano: Venezia.

Chiama il marito e gli dice che tornerà presto.

Intanto la donna fa presto amicizia con l'infelice e austero cameriere di ristorante Fernando (Bruno Ganz), di origini islandesi, con la corda già pronta sotto al letto, che l'ospita a casa, malgrado sia impegnato a nascondere qualche vistosa crepa nell'anima, e trova un provvisorio impiego nel negozio di fiori del bizzarro e stagionato anarchico Fermo (Felice Andreasi).

Intanto il sempre più furibondo consorte semipentito, dopo una prima idea di carte bollate, spedisce sulle tracce della consorte scomparsa l'imbranato aspirante idraulico Costantino (Giuseppe Battiston), che riesce finalmente a scovarla, ma si innamora perdutamente dell'estetista Grazia (Marina Massironi).

Fine dell'intermezzo sentimentale?

PANE E TULIPANI è un originale, garbata e scaltra commedia rosa del regista Silvio Soldini, incentrata sul tema della fuga e dell'Altrove.

Dolcemente anomalo, francesizzante, riesce a mescolare in maniera perfetta sentimento, umorismo e una spruzzatina di malinconia.

Un film fuori dagli schemi, simpatico, divertente e un pò folle, che, pur apprezzando l'interpretazione del superbo Bruno Ganz (con un personaggio capace di parlare un italiano stilisticamente arcaico, ma notevole), ha il suo punto di forza nell'interpretazione della sconosciuta Licia Maglietta, che sembra toccata dalla grazia. Affascinante e sensuale.

Perbacco, che attrice.