MEDITERRANEO

Mar Egeo , 1941, secondo anno di guerra. C'è poco da presidiare sull'isoletta di Kastellorizo, tanto che gli otto soldati del Regio Esercito Italiano spediti a fare la guardia al bidone non sanno come passare le giornate.

Il manipolo è "guidato" sulla carta dal colto tenentino Montin (Claudio Bigagli), pittore dilettante e professore di lettere appassionato di Omero, ma di fatto dal solo militare di carriera presente nel gruppo: il sergente (i sottufficiali sono spesso la spina dorsale dell'esercito nda) Lo Russo (Diego Abatantuono), paladino dell'ordine e della disciplina molto più del loro tenente Montini, oltre che del cibo e delle belle donne.

Fra gli altri c'è l'attendente di Montini, un Farina (Giuseppe Cederna) timido e servizievole, c'è un mulattiere affezionatissimo alla sua mula, c'è un marconista al quale piace il sergente, c'è una coppia di fratelli montanari che col mare hanno ben poca confidenza, e un ultimo che pensa soltanto a scappare.

Appena arrivati, nessuno gli oppone resistenza (c'è solo una minacciosa scritta sui muri: «La Grecia è la tomba degli italiani»), ma con barche e radio fuori uso, nessuna notizia della patria lontana, è chiaro che la spedizione non sarà breve.

E mentre l'isola si ripopola di donne e bimbi, il disertore Noventa (Claudio Bisio)dà fuori di matto e l'attendente Farina si innamora della battona locale Vassilissa (Vanna Barba), che in tre anni addolcisce a tutti l'esilio forzato.

Derubati delle armi, ai nostri sarebbe difficile obbedire all'ordine di presidiare l'isola se il pope non procurasse fucili tenuti nascosti. Poiché l'occasione di sparare non si presenta, gli otto uomini decidono di rimanere, e così la loro missione militare si trasforma in una lunghissima vacanza passata quasi fuori del mondo. Fino all'inverno del 1943.

Finchè un giorno sopraggiunge un aviatore ad avvertirli che la guerra è finita l'8 settembre, ma quando gli inglesi vengono a prenderli non tutti accettano di tornare in Italia. L'attendente Farina alla fine ha sposato Vassilissa, la sua prima donna, e anche il sergente ha scelto di restare lontano dalla patria.

Quasi mezzo secolo dopo, il tenente andato nell'isola da turista li ritrova e li abbraccia. E ci ridono su sbucciando insieme melanzane.

MEDITERRANEO, terzo e opportunamente annunciato come ultimo della trilogia sul viaggio aperto da Marrakech e proseguito con Turné, il film diretto da Gabriele Salvatores è una commedia in agrodolce e dalla marcata vena antimilitarista che però non sembra sostenere la metafora di cui il regista, secondo quanto dichiara nelle interviste, l'ha voluta arricchire. «Dedicata a chi scappa», nasconde infatti in un sottosuolo irraggiungibile il significato di un elogio di chi, rifiutando la storia e la realtà, trova se stesso.

Salvatores & C. bagnano il tutto con il profumo di nostalgia (immancabili riferimenti al '68 compresi) pensando di giustificare il ritiro dalla vita sociale, da parte degli ex sessantottini, col loro sdegno nei confronti di un'Italia cresciuta diversa da quella per cui combatterono, ma nella scelta compiuta dai personaggi di Mediterraneo non si riesce a leggere una protesta altrettanto motivata contro i comandi militari che li hanno abbandonati al loro destino e contro un mondo che prevede il rovesciamento delle alleanze.

Sullo sfondo di un mare da impazzire e scenari di spazi infiniti e azzurri schianta depressione, l'elogio dell'amicizia virile, sulle difficoltà di crescere e la schiettezza di dialoghi spesso anacronistici, in una mistura di buffo e patetico con molti stereotipi e qualche leziosaggine ruffiana.

Senza ambizioni storiche, la favoletta si fa vedere anche per merito, s'intende, dei suoi interpreti,tutti bravi e simpatici, che danno luogo a un bel gioco di squadra attoriale: l'Abatantuono che fa il sergente imperioso e sboccato con toni spassosi, e gli altri ormai bene affiatati compagni di lavoro, fra i quali ci sono Claudio Bigagli e Giuseppe Cederna. Manca Fabrizio Bentivoglio, ma fra i nuovi venuti è grata all'occhio Vanna Barba.

Oscar per il film straniero.