PALERMO - MILANO SOLO ANDATA

Palermo. Quel ragioniere della mafia sa tutto. Spiazzato dalle rivelazioni di un pentito, l'insospettabile colletto bianco, il ragioniere Turi Arcangelo Leofonte (Giancarlo Giannini) è immediatamente arrestato.

Bisogna scortarlo a Milano, dove dovrà deporre nel processo contro il solito boss. Occorrono però degli agenti adeguati alla bisogna.

Il comando viene consegnato al giovane ma già esperto ufficiale calabrese Nino Di Venanzio (Raoul Bova) che si mette in viaggio con un manipolo di giovani al primo incarico, agenti sbarbatelli.

Seguiranno, dopo l'ordine del capo mandamento al suo gruppo di fuoco, agguati e sparatorie, dove trovano la morte due poliziotti assieme alla moglie e al bambino del testimone.

Sarà solo l'inizio.

PALERMO - MILANO SOLO ANDATA è un ambizioso dramma di azione violento, sottospecie discendente dalla Piovra e di quel cinema civile che, come un fiume carsico, ogni tanto emerge, con stile allarmistico, diretto da regista Claudio Fragasso.

L'azione, rumorosissima, funziona, l'interpretazione e la definizione psicologica meno, anche perchè sovrastata da sparatorie e attentati dinamitardi.

Tolto Giancarlo Giannini che sembra voler sopperire, da solo, ai numerosi difetti del film.
E appena il frastuono si quieta, dalle bocche dei troppi personaggi macchietta, provenienti da ogni regione, partono mitragliate di parolacce in dialetto.

Facendo assomigliare troppo la denuncia (sociale) al poliziottesco dei tempi che furono.