PARENTI SERPENTI

Abruzzo (precisamente la location del film è la cittadina di Sulmona nda), vigilia di Natale.

Arrivano alla spicciolata, portandosi dietro le rispettive famiglie, per trascorrere le giornate festive con gli anziani genitori, la bibliotecaria Lina (Marina Confalone), la madre mancata Milena (Monica Scattini) e il cornuto e servizievole (per la moglie) Alessandro (Eugenio Mascari).

Completa la famiglia Alfredo (Alessandro Haber) solo soletto: single?

No, gay si scoprirà poi in un outing improvviso e scioccante (per le sorelle).

Tutto sembra scorrere godendosi i giorni di festa. Fino a quando, nel bel mezzo di un pranzo, mamma Trieste (Pia Velsi), d'accordo con il vecchio papà Saverio (Paolo Panelli), ex carabiniere un pò rincitrullito, annuncia che, assicurando l'eredità della casa e il godimento della pensione mensile, andranno a stabilirsi da uno dei figli, lasciando la scelta agli stessi.

Ed è la svolta nella storia, perchè da quel momento salamelecchi e spumante cedono il posto a insulti, mugugni e vecchi dissapori.

Proprio una bella covata di vipere!!

La soluzione? La soluzione arriva ascoltanto il tiggi ed è sancita con uno sguardo.

Il regista Mario Monicelli, al vetriolo, cavalca un umorismo nero, passando con una certa disinvoltura dalla commedia al macabro. D'altra parte è stato proprio lui ad inserire anni addietro una "punta" di tragedia nella commedia all'italiana (I SOLITI IGNOTI , con la morte di uno dei protagonisti investito da un tram mentre scappa).

Sceneggiatura scritta con Carmine Amoroso (premio Solinas), Suso Cecchi D'Amico e Piero Bernardi, è una commedia corale scandita in 2 parti. La 1ª ha un taglio di commedia realistica di costume e semina le mine che esplodono nella 2ª parte dove si passa ai toni dell'umorismo nero fino al feroce cinismo della conclusione. Il ribaltamento della prospettiva appare eccessivo, se proprio vogliamo dirla tutta.

Gli attori, anche se non tutti volti notissimi al grande pubblico, sono tutti molto bravi in un film che è sicuramente "corale" (nelle inquadrature ci sono sempre più personaggi, anche sullo sfondo, a volte).

Cinismo ed ipocrisia (a Natale tutti più buoni!) la fanno da padroni, ma probabilmente (come si dice in questi casi) sono lo specchio dei nostri tempi dannati.

Un film che si apprezza (al botteghino fu un mezzo fiasco) di più ad ogni passaggio televisivo.