
Ogni protesta presso il gran capo Bob Garvin (Donald Sutherland) è inutile.
Invitato nell'ufficio della rivale-ex, il manager, subito aggredito, si trova in una situazione alquanto imbarazzante, tipo Clinton con Monica.
Lui resiste e la respinge e lei, non prendendola affatto bene, giura: te ne pentirai, ti rovino.
Niente di più facile: la furbastra lo accusa di molestie e il malcapitato maschietto, chiaramente, fatica perfino a convincere la moglie Susan (Caroline Goodall).
Ma poi raggiunge l'avvocatessa Catherine Alvarez (Roma Maffia) e passa al duro contrattacco.
Doppia sorpresa finale.

Ingarbugliato e ruffiano, congegnato come un giallo dall'ottimo (in altre occasioni) regista Barry Levinson, che non riesce ad appassionare fino in fondo lo spettatore, annoiato dalle troppe parentesi sulle tristanzuole strategie aziendali.
Dialoghi al peperoncino nell'unica scena erotica, dove però la muscolosa Demi Moore è più goffa che sexy nell'assalto senza mutande allo sbigottito Michael Douglas.