"E' cresciuto all'ombra di oscuri giochi, travolto da un destino senza umorismo. E' stanco di prendere botte, per questo ne dà.
Salvatelo, se potete, perchè sta pagando per..................
le colpe di un altro (se stesso)".
Originale: ciò che non è copia, riproduzione, traduzione, imitazione.
Oppure: che non imita o ripete modelli precedenti, nuovo e personale.
L'Idea:trovata, invenzione.
Il problema di ogni sequel che si rispetti è di essere, tentare di essere, almeno pari al livello dell'Originale. Il che non è mai facile. Spesso utopico. Tranne rarissimi casi (io, ad esempio, preferisco di gran lunga Alien 2 al pur godibile Alien).
Perchè l'Idea originaria è la matrice, lo start-up unico ed irrepetibile.Originale, appunto.
Quella che si staglia dal"già visto", dell'iper-creativa e iper-prolifica industria dei sogni hollywoodiana.
Se poi si deve doppiare il successo di un blockbuster il compito si fa ancora più arduo, e si finisce, molto spesso, in "molto rumore per nulla".
Probabilmente la storia la conoscete tutti: il film tratta della vita di un agente della Central Intelligence Agency (CIA) , l'agenzia di spionaggio per l'estero degli Stati Uniti d'America, che ha perso la memoria, in una delle tante missioni per le quali è stato addestrato, tale Jason Bourne, che ha la perfetta faccia triste e moderata nei sentimenti di Matt Damon, che sotto una scorza riservata ed un aria gentile, nasconde un perfetto, oleato e micidiale, meccanismo da uomo per le operazioni "sotto copertura", per gli addetti ai lavori. "Sporche", per le opinioni pubbliche.
Solido come un muro di mattoni non ci mette molto a capire, quasi come istinto primordiale, che dovrà utilizzare tutto quello che ha imparato, tornare ad essere una perfetta macchina per uccidere, per salvare il proprio presente. E iniziare il viaggio, reale (tra più di qualche metropoli europea) ed interiore per ritrovare il proprio passato. La propria vita e la propria storia. In una parola:memoria.
Nel film, che è, come anzidetto, la seconda parte del viaggio del protagonista alla ricerca delle risposte alle domande già difficili per un impiegato del catasto (Chi sono io?) figurarsi per un agente CIA,sono proprio le citta' le vere protagoniste del film, e si passa dai colori caldi di Goa, in India,alla ridente e nostrana Napoli,alla neve fredda ed austera di Mosca , passando per il fascino assoluto di Berlino, mistica ultima frontiera della Guerra Fredda, e terreno di molte battaglie, conosciute dai soli protagonisti, da una parte e dall'altra, di spie.
Il povero Jason, dicevamo, viene rintracciato dalla CIA in India, in quanto sospettato di essere l'autore di un piano che ha compromesso alcune missioni della stessa. Mentre cerca di fuggire di nuovo al proprio passato perde la vita la sua compagna, Marie. Ritroviamo, nel corso della sua fuga, Bourne a Napoli. Frattanto, a Berlino, un gruppo di interesse interno alla CIA ha prodotto una serie di false prove per far ricadere su Bourne la responsabilità di un caso di omicidio: due 007 sono freddati e un'impronta digitale porta dritto allo smemorato, in fuga continua.
Bourne riuscirà a dimostrare la propria innocenza mostrando la vera natura del complotto.
Matt Damon, attore giovane ma che ha un curriculum di tutto rispetto (tra cui mi piace ricordare L'UOMO DELLA PIOGGIA e IL TALENTO DI MR. RIPLEY) è moderno ed innovativo in una parte che avrebbe potuto risentire delle migliaia di interpretazione di spie fatte in passato.
Il regista Paul Greengrass ha cercato di dare allo spettatore l'illusione, con i movimenti delle inquadrature da reporter di zona di guerra (saltellanti ), di essere nel mezzo dell'azione, che è presente, anche se in maniera non disturbante, con tante scene spettacolari, tra botti, botte, sgommate e carambole.
Completamente fallita, a mio modo di vedere, l'introspezione psicologica del personaggio.
Troppo blanda, eterea, continuamente disturbata dalla necessità di ammazzare qualcuno.
Per concludere un film per passare due ore scarse sul divano.
"Se hai amici potenti è il momento di chiamarli. So che sei un pezzo grosso. Vuol dire che farai più rumore quando cadrai. Queste sono...le regole del gioco".
JASON BOURNE