LAKEVIEW TERRACE - LA TERRAZZA SUL LAGO

Los Angeles. Dura poco l'entusiasmo degli sposini Chris (Patrick Wilson) e Lisa (Kerry Washington) nel nuovo nido d'amore, una villetta californiana appena acquistata.

Oltre la siepe della villa, c'è qualcuno che li osserva con attenzione. Lì vicino infatti abita il maturo poliziotto, afroamericano e vedovo Abel Turner (Samuel L. Jackson), appartenente alla polizia di Los Angeles e fin troppo meticoloso nel tenere l'ordine nel quartiere residenziale di cui si è autoproclamato sceriffo.

Quei vicini proprio non gli piacciono, sarà perché lui è bianco e lei nera, fatto sta che li disturba in ogni modo per indurli ad andarsene in un crescendo di finta disponibilità alternato ad attacchi di ira. Il giovanotto per un po' sopporta, quindi reagisce.

LAKEVIEW TERRACE - LA TERRAZZA SUL LAGO è un discreto giallo psicologico del regista Neil LaBute, fornito di discreta tensione anche se annacquato dal solito finale truce.
Il regista, grazie forse a una sceneggiatura non sua, riesce in effetti a colpire duro e in modo politicamente non corretto.

Anche se lo schema narrativo è un deja vu (il poliziotto che si interessa a una coppia e cerca di farla saltare nda) e film in sè e per sè non è niente di particolare, il solito thrilleruccio dove il cattivo è il vicino di casa, qui il segno è cambiato e in modo decisivo. In questo film si parla di razzismo ma ad essere razzista questa volta non è un bianco bensì un afroamericano.



Lakeview Terrace non è (come ci potrebbe far pensare la letterale e pertanto deviante traduzione italiana che sembra scelta da un'immobiliare) la collocazione logistica dell’abitazione al centro della narrazione. Lakeview Terrace è il nome della zona (un quartiere di Los Angeles nei pressi della San Fernando Valley) in cui Rodney King, un tassista afroamericano, venne selvaggiamente picchiato dalla polizia che lo aveva fermato per eccesso di velocità il 3 marzo 1991.

LaBute inverte la situazione ma lo fa con la consapevolezza di star lavorando sulla struttura classica del thriller in cui vuole inserire una serie di sottolineature di carattere psicologico.

Comunque un dirimpettaio cretino come l'insulso carneade Patrick Wilson non può pretendere comprensione e a un vicino come Samuel L. Jackson basta un sorriso per incutere timore.