TRA LE NUVOLE

Ryan Bingham (George Clooney), uomo affascinante, lavora per una compagnia che lo "affitta" ad altre compagnie: per mestiere, con un minimo di buone maniere, licenzia.

Licenzia ovviamente anche dipendenti d'aziende, che vogliono così rimanere sanissime. I francesi lo chiamano "nettoyage par la vide" (pulizia grazie al vuoto).

Così lui incassa, oltre alla paga, gli insulti dei non più pagati.
E' chiaramente il migliore: anni di esperienza, capacità di cogliere al volo ciò che è necessario fare per limare la reazione del licenziato.

Vive d'albergo in albergo, d'aereo in aereo, ha una casa asettica, ha imparato ogni astuzia per guadagnare punti e volare gratis, ha addomesticato il disagio di dare dolore, s'è fatto una ragione dell'essere randagio.

E' il promotore di una filosofia di vita secondo la quale tutto ciò di cui si ha bisogno per vivere deve entrare in un bagaglio a mano, non ha famiglia né strette relazioni interpersonali ed ha un sogno: raggiungere i dieci milioni di miglia in volo.

Due elementi portano scompiglio in questa vita ordinata e dai colori "da giacca e cravatta": Natalie, una giovane neolaureata che ha convinto il suo capo che viaggiare è dispendioso e si può benissimo licenziare in videoconferenza, minacciando di riportare Ryan a terra proprio quando il nostro ha da poco incontrato Alex Goran (Vera Farmiga), una trentenne che pare la sua fotocopia al femminile, così orgogliosamente sola da fargli venir voglia di non esserlo più.

Insomma gli ridà speranza...

Deliziosa commedia "Tra le nuvole" del regista canadese Jason Reitman è stato il miglior film dell'ultimo Festival di Roma, una storia piena di brio e malinconia.

Reitman punta sull'umorismo involontario (il migliore) nella vita d'azienda (la peggiore).

Al cinema americano odierno non manca la capacità di far (sor)ridere e i suoi sceneggiatori la capacità di far pensare (sor)ridendo, nel caso con personaggi particolarissimi eppure richiamanti il banale quotidiano.

Bella ed azzeccata la scelta delle musiche (da 'This Land Is Your Land' che ci catapulta all'attualità dai titoli di testa a "Up in the air" dei titoli di coda), e della fotografia, limpida e pulita.

George Clooney, che ha imparato a scegliere tra i film minori (come investimento produttivo) nei quali si può credere, qui non si limita a fare il comprimario, come nel già sufficientemente apprezzabile L'uomo che fissa le capre: qui è protagonista e che protagonista, simile più ai personaggi di Cary Grant che a quelli di Clark Gable; un Cary Grant odierno, più pratico che distinto, più gelido che scettico, più solo che solitario.

Insomma l'attore americano fa capire una volta di più che per certi ruoli lui è in pole position. Accanto a lui una Vera F(arm)iga che lascia il segno e una giovane che ricorda la Hathaway pradiana.


vera farmiga naked



Il contenuto, dolceamaro, con diverse sottolineature intelligenti, come dicevamo, e qualche furbata dolciastra, è ancora oggi di stringente attualità visto come la crisi economica ha colpito duro negli Usa.
Un aumentato bisogno di veridicità ha fatto sentire il bisogno di portare in scena un contesto attuale e una ventina di disoccupati veri, mescolati agli attori professionisti, ma non per questo distinguibili.


E alla fine della visione ci rimane solo la domanda in canna su quale sia il vero obiettivo della pellicola: satira sociale, esaltazione dei valori tradizionali, spaccato della crisi economica americana?