DEBITO DI SANGUE

Los Angeles. Per due lunghi anni è stato più di là che di qua il maturo agente dell'Fbi Terry McCaleb (Clint Eastwood): individuato fra la gente un tipo fin troppo sospetto, lo aveva inseguito fino ad essere colpito da infarto.

Mentre si sta faticosamente riprendendo da un trapianto di cuore e vive ormai da pensionato nella barca sul porto, un giorno lo abborda una ragazza messicana, tale Graciella Rivers (Wanda de Jesùs): voglio che scopra il rapinatore che ha ucciso mia sorella Gloria, era suo quel cuore che ora le batte nel petto.

L’ex detective lo sente come un “debito di sangue”, appunto, e, testardo, si mette al lavoro, malgrado la scrupolosa dottoressa Bonnie Fox (Anjelica Houston) lo ammonisca invano: se ti rimetti in pista rischi la pelle e sarebbe un inutile spreco (d'organo vitale).


Dopo varie false piste, seguite insieme al cordiale vicino Buddy Noone (Jeff Daniels) McCaleb intuisce che il killer voleva salvarlo dall’infarto, procurargli un cuore nuovo per poter continuare a “giocare” con lui, a sfidarlo. E’ questione di gruppo sanguigno. Il sadico killer è davvero vicino. Sin troppo. Ed è un furbacchione.

DEBITO DI SANGUE  è un apprezzabile thriller che fila via come un poliziesco, secondo lo stile asciutto di Clint Eastwood (regista), che l'ha tratto da un romanzo di Michel Connelly e dirige se stesso con la grinta che l'ha reso celebre. Alla sua età ancora non rinuncia a una, non ingombrante, partecipazione amorosa e al vezzo di mostrarsi (semi) nudo.

Apprezzata l’assenza (quasi) totale del computer. Il detective va di persona dagli indiziati, non li scova sul display.

Il gioco di parole che smaschera il colpevole è riservata a chi conosce bene l'inglese; gli altri ci arriveranno dopo.