SMILE

Stati Uniti, giorni nostri. Non è stata esattamente una bella giornata per la giovane psichiatra Rose Cotter (Sosie Bacon). Mentre era in servizio presso il reparto di emergenze, in cura da lei si era recata la giovane Laure, fortemente traumatizzata per aver assistito al violento suicidio del proprio insegnante.

La ragazza le aveva raccontato una storia di possessione demoniaca, con vivide allucinazioni, prima di uccidersi in maniera orribile.

Proprio davanti a lei, che nasconde un trauma di gioventù: ha assistito al suicidio della madre, senza intervenire in alcun modo e senza poi riuscire a perdonarsi per questo.

Nel racconto della moritura la premessa a un evento violento è sempre costituita da un sorriso diabolico ed inquietante, che compare sul volto di queste allucinazioni, e spinge verso la follia la vittima.

E l' inquieta dottoressa dovrà combattere contro i suoi demoni e un incubo senza fine.

SMILE è il lungometraggio d'esordio all'insegna del déjà vu dato che la trama e le atmosfere sinistre dell'horror in questione ricordano molto quelle del saccheggiato THE RING (si veda la scadenza dei giorni per le varie morti) e le sinistre Catene di Sant'Antonio di altri film simili. 

La discreta fattura messa in campo dal regista Parker Finn non compensa se non in parte la scarsa originalità, la prevedibilità di quasi tutti i vari jumpscare e una durata eccessiva.

Horror usa e getta.