INNOCENZA E TURBAMENTO

Sicilia. Vacilla già in seminario la vocazione del giovanissimo Tonino (Roberto Cenci) che teme di aver preso il peggio dal poco raccomandabile padre, il barone Niscemi (Vittorio Caprioli).

Questi, sporcaccione patentato nonchè uxoricida, è appena uscito dal gabbio dopo essersi fatto cinque anni dentro ed è appena convolato a nuove nozze con la bellissima e assai più verde Carmela (Edwige Fenech).

Quant'è b(u)ona la matrigna, e non solo di carattere, mormora il ragazzo tornato malinconicamente a casa.

Inoltre c'è, a far vacillare la vocazione, il perennemente allupato nonno Salvatore (Lionel Stander) che finisce in ospedale dopo l'ennesimo convegno amoroso.

Ma l'ultimo pensiero del vecchio peccatore è proprio per il nipotino: cara figliola, devi fargli tu da nave scuola.

Ottimo consiglio.

INNOCENZA E TURBAMENTO è una tremenda commediaccia del filone erotico, un sotto-MALIZIA, sudaticcio e morbosetto. La vocazione religiosa e il peccato carnale. Una scelta difficile, reprimere gli istinti e rinunciare alla carne.

Sembra che il regista Massimo Dallamano pretenda di dare qualche (insopportabile) lezioncina di morale prima di venire al sodo.

Inutile dire che trattasi di aggettivo pertinente trattandosi della sfolgorante Edwige Fenech senza veli.

Insomma tutto serve a far sì che il peccato, ma a spettatore già estenuato, arrivi. Vale a dire che il seminarista Cenci (mediocrissimo ed insignificante) si faccia la Fenech (sempre bella e brava, qui al massimo splendore).

Monotono e allineato alla vacuità di situazioni ben scritte, ma mal recitate.

In definitiva possiamo dire che INNOCENZA E TURBAMENTO va visto perchè c'è la Divina Edwige. E tanto basti.