Inghilterra, XII secolo. Evaso dalla prigione in Terrasanta (ove si era recato per le Crociate) il nobile Robin de Lockley (Kevin Costner) rientra col marcantonio saraceno Azeem (Morgan Freeman). 0 mia patria sì bella e perduta, l'untuoso sceriffo della contea di Nottingham (Alan Rickman), oltre a espropriarlo delle sue terre, ne ha fatto scempio e opprime il popolino.
Il novello Bossi, divenuto nel frattempo Robin e strizzato l'occhio alla dolce Marian (Mary Elizabeth Mastrantonio), trasloca nella foresta e col nome di battaglia di Robin Hood prepara la rivolta di tutti i diseredati del luogo, in attesa che torni re Riccardo (Sean Connery).
Divertente, romantica e spettacolare riedizione delle avventure del leggendario arciere di Sherwood.
Il lodevole sforzo di non far rimpiangere il divino Errol Flynn è parzialmente riuscito. Al film non manca nessuno degli ingredienti necessari. Duelli, colpi di scena, ambientazione semirealistica e qualche ricorso all'agiografia sono gli elementi fondamentali di una pellicola del genere.
Il regista Kevin Reynolds (Waterworld) ha girato in modo da piacere a tutti: c'è azione, c'è humor, c'è sentimento e anche quel pizzico di violenza che va sempre bene.
Kevin Costner, che nel film ha intelligentemente evitato il confronto con i suoi predecessori, rappresentando un Robin moderno e un po' defilato sul piano fisico per via di qualche chilo di troppo che a stento riesce a nascondere, trafigge con le frecce i cattivi e con lo sguardo le spettatrici d'ogni età.
Il compassato Sean Connery appare in un fulminante cammeo, giusto in tempo per incassare il lauto assegno.