PROFONDO ROSSO

Roma. Durante una seduta di parapsicologia, la medium Helga (Macha Meril) «sente» i cattivi pensieri di un criminale, insomma avverte la presenza di un assassino.
Complimenti, ha indovinato. Talmente tanto che dopo poco sente anche spaccarsi la testa da un'accetta. Chi sarà mai l'assassino?

Mentre la polizia si gingilla, Mark David (David Hemmings) un timido pianista di jazz che dalla strada ha assistito impotente all'omicidio ma non è in grado di riconoscerlo, non avendolo visto in volto, si intestardisce a scoprirlo, dando vita ad un inchiesta personale, affiancato dalla cocciuta giornalista in cerca del solito colpo per la carriera, Gianna Brezzi (Daria Nicolodi).

È ovviamente un cacciarsi nei guai. Benché la fanciulla gli offra frequenti parentesi di svago, l'impresa è infatti cosparsa di brividi e trabocchetti.

Lasciamo perdere che Mark ha un amico sempre sbronzo, afflitto da gusti particolari e da una madre attaccabottoni: mentre il nostro ficcanaso ci pensa su (ma lui stesso rischia la pelle) si ha tutta una serie di delitti, compiuti con un rituale che prevede, prima del colpo di grazia, il diffondersi d'una nenia infantile e l'apparizione di bambole impiccate.

Il bandolo della matassa sembra essere in una villa che si crede abitata dai fantasmi, ma gli intrepidi sopralluoghi di Marcus servono soltanto a moltiplicare gli interrogativi. Chi ha infierito sulla scrittrice che raccontò la leggenda della villa, e prima di morire ha scritto sullo specchio il nome fatale? Chi ha pugnalato uno studioso di fenomeni paranormali, sorpreso dall'arrivo di un bambolotto semovente? Non c'entra per caso una bambina crudele che infilza le lucertole?

Campa cavallo. Prima di venire a capo del busillis, anche Gianna si troverà con un coltello nella pancia. Quanti cadaveri prima di arrivare alla soluzione tra i macabri disegni dell'antico asilo. E quando tutto sembra risolto gran colpo di scena... La verità è insospettabile.

PROFONDO ROSSO, decisamente memorabile, è il giallo dei gialli,  film in cui Dario Argento mescola più abilmente le atmosfere del thriller con quelle dell'horror che prevarrà nella parte successiva della carriera del regista.

A partire da una solida sceneggiatura e anche grazie alle musiche ossessive (la stupenda colonna sonora dei Goblin), il regista firma sequenze memorabili (specie quelle dei delitti) che lo fanno giustamente entrare nella storia del cinema italiano. Sangue a fiumi con alcune tra le trovate più genuinamente spaventose del cinema di suspance moderno.

Curiosità da cinefili:Clara Calamai, che mandò in visibilio l'Italia fascista mostrando il suo dolce seno, e presente in veste di ex-attrice che ha appese al muro le sue foto antiche, a fare cose pochissimo belle. Il cinema italiano deve molto a Clara Calamai.