Nell'immaginario Castelcutò (Sicilia), primavera 1940. La splendida Malèna Scordia (Monica Bellucci) vive sola in attesa che dal fronte torni il marito.
Passano invano i giorni, mentre la gente mormora sulle infedeltà (non vere) della signora, che ha la sola colpa di essere una donna troppo bella. E sola.
Tra i maschi del paese che si danno di gomito quando la presunta vedova di guerra ancheggia sensuale sul lungomare, c'è sempre il tredicenne Renato (Giuseppe Sulfaro), cotto a tal punto da trasformasi nella sua onnipresente ombra...
Il gelosissimo ragazzino la spia, la sogna, la desidera: una passione impossibile, che lo rende un guardone e cintura nera diciamo...del fai da te.
Finchè si materializza il povero reduce.
Malèna è un elegante, almeno nella confezione, languido, morboso dramma social-erotico del regista Giuseppe Tornatore, che racconta con grande gusto per le belle e passionali immagini l'educazione sentimentale di un adolescente inquieto.
Grazie all'abbagliante e sensuale Monica Bellucci, la figura di Malèna ha una forza che le parole da sole non riuscirebbero a trasmettere.
Anche se l'anima passionale viene più intuita che espressa, vittima com'è di un ambiente gretto e meschino nel quale paga l'unica colpa di cui è portatrice: le spettacolose curve.