ROCKY IV

Stati Uniti. Ivan Drago (Dolph Lundgren), il campione sovietico dei pesi massimi, giunge in America accompagnato da una moglie-manager, Ludmilla Drago, altissima e altera (Brigitte Nielsen, nel pieno dello splendore nda).

Il primo a raccogliere l’impossibile sfida al corazzato sovietico è l’ormai ex-pugile nero Apollo Creed (Carl Weathers), l’antico avversario di Rocky, che viene messo senza pietà al tappeto.

Per poi giungere cadavere al cimitero.

Rocky Balboa (Silvestre Stallone), sconvolto dalla morte dell’amico, abbandona la moglie (Talia Shire), la vita da poltrona e le pantofole e si lancia nell’impresa: oltre al titolo, ci sono in gioco l’onore degli Stati Uniti e la pace nel mondo.

Andrà lui stesso nella tana dell’orso sovietico: appuntamento a Mosca il giorno di Natale.

Dopo sfibranti e grezzi allenamenti tra le nevi arriva l’ora della verità e sul ring volano cazzotti e schizza il sangue.

Povero Drago. Ovvero povera URSS.



ROCKY IV è la terza regia cinematografica per Sylvester Stallone. I sobborghi di Philadelphia ormai sono solo un lontano ricordo e Adriana pure ha fatto strada e non è più bruttina come nel primo film.

La pellicola segna il debutto per l’attore svedese Dolph Lundgren che nel film, prima dell’incontro, si rivolge a Rocky con la famosa frase a cui resterà per sempre legato: “Ti spiezzo in due!”. Bisogna ammettere che praticamente non esiste nessuno che non conosca questa frase .

La quarta puntata della Rocky story è contraddistinta dal ritmo convulso, dai colori sgargianti, dialoghi rasoterra e ironia sottozero. In sintesi gli sceneggiatori mostrano di essere ormai "alle corde" in fatto di idee.

Il trio Sylvester Stallone, Brigitte Nielsen (splendida e statuaria valchiria nda), Dolph Lundgren fa a gara a chi recita peggio.

Il pugilato?

Beh! Il pugilato è ancora una volta da barzelletta, con finte mattanze che nella realtà non andrebbero al secondo round con un qualsiasi arbitro decente.

La nota positiva? Si respira ad ogni fotogramma il clima reaganiano di quegli anni (forse anche troppo...) e Rocky era dalla parte giusta del Muro.