L'ULTIMO DEI MOHICANI

“Il tutto è più della somma delle parti”.
Aristotele IV secolo a.C.

Prendete l’eroe. Selvaggio eppur bianco.
Fatto?
Prendete la Bella.
Purtroppo vestita.
Bene (nel senso “chi si contenta …..ooooohhhaaaaaaaahhhhhhhh).
Aggiungete salsa nativi d’America (riscaldata a parte).

Mescolate con il caos degli avvenimenti di una guerra non vostra.

E il gioco è fatto.

E come dicono a Strasburgo “Rien ne va plus” (insomma, siete fot…..fregati).

Avrete un trionfo estetico. Una tempesta amorosa in salsa nativi d’America (forse due, di tempeste).

E per sovrappiu’ una splendida colonna sonora. Il film di Mann (Premio Oscar nel 1992) sembra infatti preparato per essere un’autentica festa per l’occhio affamato di colori e paesaggi: scenari mozzafiato, eccellente messa in scena dei combattimenti (le scene degli scontri nei boschi sono di autentica bellezza e realismo), costumi eccellenti e, per le femmine e i cantanti, un Daniel Day-Lewis versione selvaggia che certamente qualcosa dice ai vostri…cuoricini (come dite? Non è cervello o cuore, è dalla vita in giù! Lasciatevi andare,sono un uomo discreto. E di mondo. Ho fatto il militare a).

Tratto dall’omonimo romanzo di avventura, scritto da James Fenimore Cooper (1789-1851) e pubblicato per la prima volta nel 1826, se ne discosta abbastanza (qui non è Uncas, ma Occhio Di Falco il vero protagonista), sostituendo ruoli ed avvenimenti.

Lo scenario è quello dell’America durante la Guerra dei Sette Anni (1756-63) tra francesi ed inglesi: in mezzo, gli ultimi, fieri selvaggi della costa orientale (la parte di New York , per capirci), i primi a cedere storicamente al dominio bianco. Gli ultimi dei Mohicani sono Uncas (qui interpretato da Eric Schweig) ed il padre Chingachgook (Russell Means), ma l’eroe deputato a fare e disfare è Occhio Di Falco (Daniel Day-Lewis), figlio adottivo del secondo.

È guerra tra i Mohicani e gli Uroni, guidati dal sanguinario Magua (Studi) che ha come unico scopo della sua vita, guerra privata nella guerra pubblica tra bianchi europei, in quanto i figli di Magua sono stati ammazzati dagli inglesi, quella di vendicarsi ammazzando il Comandante inglese del Forte Colonnello Munro e disperdere il suo seme (che spreco, viste le donzelle).

I tre, mentre cercano di allontanarsi con tutte le proprie forze da una guerra che non ritengono propria, salvano proprio dagli Uroni le figlie del comandante inglese, Alice (Jodhi May) e Cora, una splendida, affascinante, eterea, raffinata e credibile, mentre recita in costume settecentesco, Madeleine Stowe (L’esercito delle 12 scimmie). (Per me sarebbe credibile anche senza. Vestiti, dico).

Di cui Occhio di Falco subirà il fascino, in concorrenza con il Maggiore Duncan Heyward (che si sacrificherà, in uno scambio coraggioso e mortale, una volta caduti prigionieri), trovandosi a difenderla (oltre che se stesso e i suoi parenti adottivi) all’assedio del Forte William Henry.
La lotta tra le due tribù si sovrappone a quella tra gli uomini bianchi (francesi ed inglesi), in un quasi-kolossal dove il mito del selvaggio buono e qualche passaggio strappalacrime di troppo rischiano di irritare quelli come me, quando andiamo in crisi di astinenza perchè privati della razione quotidiana di scene di battaglie.

Mai satolli.

La scena che conclude L'ULTIMO DEI MOHICANI vede Chingachgook pregare per lo spirito di Uncas, morto nel tentativo di salvare Alice da un triste destino,(al fianco di Cora e Nathaniel ) e per la speranza di poterlo raggiungere presto, insieme alle genti a cui appartiene.

Le ultime parole, che concludono il film, sono proprio le sue e sono quelle che poi danno il titolo al film.

La preghiera del vecchio guerriero si conclude così:
” Io, Chingachgook. L’ultimo dei Mohicani “.
Un popolo sconfitto. Amen.

Andate in pace.