PAYBACK. LA RIVINCITA DI PORTER

Usa. Dopo il colpo si becca due pallottole nella schiena il duro rapinatore Porter (Mel Gibson). La moglie eroinomane Lynn e lo sciupafemmine masochista Val (Gregg Henry), suo ex braccio destro, lo fregano nel peggiore dei modi.

Hanno deciso di dividersi in due anzichè in tre i 140 mila dollari (inaspettatamente pochi) del colpo.

Creduto morto e miracolosamente rimesso a nuovo, il socio tradito diventa una macchina assassina e parte alla caccia dei partners traditori e della sua fetta di malloppo, i suoi 70.000 dollari.

La consorte, generosamente perdonata, muore con la siringa nel braccio per overdose.

In compenso l'incauto trafficante di morte perde mezzo naso per mano dell'infuriato vedovo: il piercieng è strappato di netto.

Prontissimo, con sistemi non troppo urbani e con l'aiuto esterno dell'avvenente squillo di lusso Rosie (Maria Bello), a rintracciare il mascalzone. Salendo i gradini del potere e travolgendo anche i boss insospettabili che lo controllano.

Che strage!!!

PAYBACK. LA RIVINCITA DI PORTER è un eccitante e rutilante action non travolgente con abbondanti e (forse) involontarie dosi di ironia. Infatti l'insistita e a volte raccapricciante violenza suscita più ilarità che orrore.

Dallo spunto più vecchio del cinema (la vendetta) il regista Brian Helgeland (sceneggiatore di LA CONFIDENTIAL e IPOTESI DI COMPLOTTO) ricava una sceneggiatura mozzafiato ricca di trovate fortissime e fuori dal comune con tanto di innumerevoli colpi di scena.

I cattivi sono fessi quasi come gli indiani e cascano nelle loro stesse trappole.

Padrone della scena è la superstar Mel Gibson, in gran forma, alla quale vengo spezzate a martellate anche due dita dei piedi. Obiettivo non certo primario delle sue fan dell'epoca.

PAYBACK. LA RIVINCITA DI PORTER  è indubbiamente ben fatto, dal ritmo sostenuto ma piuttosto ripetitivo nei suoi momenti topici tanto da stancare (e saziare) lo spettatore piuttosto precocemente. Tra i motivi di interesse la (bella) presenza di Lucy Liu, versione mistress.

L'articolo sembra interessante.