L'ULTIMO DEI TEMPLARI

Europa Centrale, XIV secolo. Dopo aver ucciso in lungo e largo in compagnia del sodale templare Felson (Ron Perlman), il guerriero di Dio Behmen (Nicolas Cage) vede negli occhi di una donna trapassata per sbaglio la futilità di una vita da soldato.

Colpito dal senso di colpa vuole appendere lo spadone al chiodo. 
Catturati come disertori ottengono la liberazione solo a patto di portare a termine un ultima missione.

Scortare una presunta giovane strega verso l'unico convento in grado di esorcizzare la poveretta, l'abbazia di Severac.

Inutile dire che il monastero è lontano, a sei giorni da qui.

Perchè proprio l'abbazia di Severac? I monaci che vi risiedono posseggono un antico libro le cui formule consentono di smascherare la stregoneria.

La ragazza in gabbia è accusata di aver diffuso la peste bubbonica.

I due templari, accompagnati da un sacerdote, un soldato, un giovane aspirante cavaliere e un imbroglione esperto del percorso, affrontano l'impervio tragitto

E se la ragazza che si vuole ardere viva fosse solo una fanciulla ribelle?

L'ULTIMO DEI TEMPLARI (il titolo italiano, come spesso accade, è fuorviante nda) è un pessimo miscuglio di avventura e fantastico, un polpettone fantasy scalcinato che avanza lentamente tra lupi famelici, ponti pericolanti, demoni mostruosi e repellenti bubboni.

L'ambientazione medioevale è totalmente posticcia, la storia pochissimo interessante e l'attore protagonista (l'ormai da tempo ubiquo e inconsistente Cage) si aggira con aria smarrita da attonito turista. 

Il medioevo visto dagli americani è esilarante.

Si salva il sempre bravo anzianotto Ron Perlman ma la sua presenza non salva il film dal disastro.

Belle le location tra Austria ed Ungheria e i costumi sembrano abbastanza curati